Art e Dossier

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Marrakech Biennale

categoria: Eventi
24 febbraio – 8 maggio 2016

La sesta edizione della Biennale di Marrakech si interroga sull’altalenante rapporto dell’arte con il nuovo. Intitolata Not New Now, sposta l’attenzione dall’anelito al nuovo, cioè al futuro, verso una maggiore consapevolezza della realtà presente, dove ciò che veramente conta, soprattutto in una prospettiva sociopolitica, è l’azione nel qui e ora. Per questo la mostra darà particolare rilievo ai progetti di carattere pubblico, coordinati dal collettivo franco-marocchino Awaln’art, la cui attività riguarda fin dagli esordi la promozione dell’arte nel contesto urbano.  
Ma a trattare temi d’attualità, legati soprattutto all’intricata relazione tra mondo occidentale e mondo arabo, saranno molti degli artisti presenti in Biennale, che appartengono per la maggior parte all’ambito culturale e geografico afro-mediorientale. Ci sono nomi storici come quelli del pittore Farid Belkhaia (1934-2014) e del cineasta Ahmed Bouanani (1938-2011) – entrambi marocchini e scomparsi di recente –, che nella seconda metà del secolo scorso hanno presentato e contribuito a rinnovare l’identità del loro paese. Il primo attraverso una sorta di alfabeto berbero fatto di materiali tradizionali come il cuoio, la pelle, l’henné; il secondo con cortometraggi (e un solo lungometraggio del 1979, Mirage) dove la memoria storica si alterna a un immaginario poetico dolce e al contempo amaro.
Ad artisti ormai celebri sulla scena internazionale – come la libanese Mouna Hatoum (1952) e il franco-algerino Kader Attia (1970) – si affiancano giovani emergenti, tra cui la marocchina Bouchra Khalili (1975), che con i suoi video racconta metaforicamente la vita come un continuo viaggio e passaggio da un continente all’altro; il libanese Haig Aivazian (1980), le cui narrazioni sono frutto di diverse sovrapposizioni linguistiche e semantiche; e l’architetto siriano Khaled Malas – che ha partecipato all’ultima Biennale architettura di Venezia costruendo un padiglione temporaneo all’interno della sezione Monditalia alle Corderie – con un progetto di ricerca sui cambiamenti ambientali e paesaggistici che la guerra ha prodotto nel suo paese (Excavating the Sky, 2014).

Cristina Baldacci