In mostra a Firenze la Deposizione di Santa Trinita del Beato Angelico dopo il restauro
Al termine di un minuzioso lavoro di restauro durato due anni, la Deposizione di Santa Trinita del Beato Angelico, artista simbolo del primo Rinascimento fiorentino, torna a essere esposta nella città toscana presso il Museo di San Marco, all’interno della sala intitolata al pittore quattrocentesco. Dal 25 febbraio 2025, il pubblico potrà ammirare i risultati dell’intervento conservativo realizzato da Lucia Biondi e reso possibile grazie al supporto dei mecenati di Friends of Florence, già sostenitori del nuovo allestimento della Sala del Beato Angelico, che custodisce la più ricca collezione al mondo di opere su tavola dell’artista.
La Deposizione di Santa Trinita, inclusa nella pala omonima, fu commissionata tra il 1429 e il 1432 da Palla Strozzi in onore di suo padre Onofrio per la Sagrestia della Chiesa di Santa Trinita. L’opera è l’emblema della produzione matura di Beato Angelico, capace di prendere le distanze dall’impianto medievale delle pale d’altare e di adottare un approccio unitario, evocando atmosfere più solenni, quasi teatrali. Angelico, inoltre, mise in campo tutto il suo talento sostituendosi, per volere della famiglia Strozzi, al frate pittore camaldolese Lorenzo Monaco, artefice delle tre cuspidi e della predella. Stabilendo una linea di continuità fra il proprio linguaggio dai toni innovativi e l’impostazione tradizionale del collega, Beato Angelico diede forma a una scena fortemente drammatica, animata dai ventotto personaggi in primo piano e dal corpo di Cristo deposto dalla croce che occupa il centro della scena. A colpire lo sguardo è anche il giovane raffigurato in ginocchio, in abiti contemporanei, e identificato con il Beato Alessio Strozzi, una sorta di intermediario tra lo spettatore e l’evento rappresentato.
Il restauro ha posto in risalto il ruolo del paesaggio sullo sfondo, dove si scorgono le campagne toscane e una città turrita – che allude tanto a Gerusalemme quanto alla stessa Firenze. Caratterizzato da una luce chiara e intensa, il paesaggio dona luminosità all’intera composizione, accentuando l’unitarietà dell’insieme, complice l’intervento di pulitura che ha reso giustizia alla maestria di Beato Angelico nella resa del dato naturale. Anche i ritocchi pittoricicompiuti per porre rimedio alle abrasioni causate dalle precedenti puliture e agli strappi determinati dalle vecchie vernici hanno contribuito a enfatizzare il tocco di Beato Angelico nella stesura del colore.
“Se restaurare le opere di grandi artisti è sempre impegnativo per il carico di responsabilità che questo comporta, nel caso del lavoro sulla Deposizione di Santa Trinita di Beato Angelico la posta in gioco era molto alta e la finalità del progetto assai ambiziosa, ma ho potuto contare sul sostegno del profondo legame stabilito con Angelico, di cui ho restaurato anche il Giudizio Finale e la Pala di Bosco ai Frati, sempre nel Museo di San Marco”, ha spiegato la restauratrice Lucia Biondi, mentre Angelo Tartuferi e Marco Mozzo guardano al domani: “I risultati eccellenti conseguiti dal restauro agevoleranno gli studi e le ricerche future per chiarire i molti interrogativi ancora irrisolti posti dall’opera, inclusi quelli sull’identificazione precisa dei numerosi personaggi che assistono all’evento sullo sfondo di uno dei paesaggi più belli della pittura italiana del primo Rinascimento”.
La Deposizione di Santa Trinita sarà esposta presso il Museo di San Marco fino a settembre 2025, quando andrà ad arricchire la grande mostra Angelico, a settant’anni di distanza dalla prima monografica fiorentina del 1955. Allestita a Palazzo Strozzi e al Museo di San
Marco e curata da Carl Brandon Strehlke con Angelo Tartuferi e Stefano Casciu, l’esposizione riunirà capolavori provenienti da musei e istituzioni internazionali, grazie alla sinergia tra la Fondazione Palazzo Strozzi, la Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura e il Museo di San Marco, che accoglierà le sezioni dedicate agli esordi dell’artista e alle miniature.
Arianna Testino