Art e Dossier

940x240.png
940x240.png

Sheela Gowda. Remains

categoria: Mostre
4 aprile – 15 settembre 2019
Milano
Pirelli HangarBicocca

È proprio l’antimonumentalità a invadere gli spazi imponenti dell’Hangar stavolta. Sono i rimasugli, i resti quotidiani, inanimati o sformati a prendersi lo spazio, a trascinarci da un lavoro all’altro, il contrasto davvero magnetico. Sheela Gowda, nata nel 1957 in India, è stata per lungo tempo una pittrice. Poi ha cambiato rotta, la sua attenzione si è focalizzata man mano sugli oggetti quotidiani, quelli che popolano la città e la vita di tutti i giorni. Sono entrati in studio. Oggetti da ridefinire, significati da trasformare. Per descrivere in modo più accurato la sua pratica potremmo dire che Gowda assembla scarti: tubi, lamine, porte, mortai di granito, bandierine, ma anche capelli, letame, nastri, bidoni, incenso e spezie. E col suo lavoro manipola la realtà, fisica, sociale, economica, aprendo con grazia nuovi scenari, ponendo altre domande. Entrando ci accoglie And that is no lie insieme a It stands fallen, impalcature dove quelli che sembrano i festoni abbandonati dopo una festa penzolano morbidi, in netto contrasto con l’architettura industriale dello spazio, eppure perfettamente assimilati, la festa potrebbe essere stata lì, poco prima. Stopover, una griglia squadrata accoglie forse un centinaio di mortai di pietra macchiati dalle spezie, una griglia scomposta e ricomposta, ci domanda a che gioco stiamo giocando.What yet remains è una composizione geometrica di cerchi e lastre di metallo avanzate dalla lavorazione dei bandli, contenitori circolari che in India si usano nei cantieri edili. È l’odore forte ad attrarci verso Darkroom, una stanza buia fatta di bidoni di metallo e catrame. Ed è la meraviglia che ci fa muovere e riflettere tra architetture di corde fatte di centinaia di fili o di capelli, sculture minimaliste fatte di scatole squadrate di cartone e palle di sterco, linee di mattoni che attraversano inermi e sicure lo spazio, fino all’installazione site-specific Collateral nello spazio del cubo, dove quadrati, rettangoli e ovali fatti d’incenso bruciano lentamente, trasformandosi in cenere.