Art e Dossier

Tre artisti riflettono sulla natura: una mostra a Nuoro

categoria: Mostre
22 novembre 2024 – 2 marzo 2025

Essenze naturali. Christiane Löhr | Una Szeemann | Alessandro Biggio

Nuoro
Man - Museo d'arte provincia Nuoro

Per l’autunno-inverno 2024 il MAN di Nuoro lancia un progetto che ruota attorno al mondo naturale, alle sue metamorfosi, alla sua resistenza e alla transizione ecologica che sta animando il dibattito internazionale. Dopo la mostra Diorama. Generation Earth, l’istituzione sarda convoca tre artisti, affidando loro il compito di sviluppare una narrazione personale e originale, condotta sui temi della sostenibilità e sul rapporto tra la specie umana e gli altri viventi della Terra attraverso i tanti linguaggi dell’arte. 

Se c’è un’artista che da decenni fonda il suo lavoro sui piccoli elementi della natura è la tedesca Christiane Löhr (Wiesbaden, Germania, 1965) che a Nuoro presenta Accumuli, un’ampia installazione costituita da strutture leggere e impalpabili, fatte di soffioni, steli, baccelli o crini di cavallo. Prendono così vita sottili strutture arboree che delineano paesaggi minimi in cui la riflessione dell’artista sublima i materiali naturali in opere astratte, dalle forme assolute, equilibrate nella loro relazione tra spazio e vuoto. Alle nuove creazioni “silvestri”, Christiane Löhr affianca un omaggio alla regione che la ospita grazie a dei lavori composti da piccoli accumuli di chicchi o sementi a evocare torri e costruzioni nuragiche, e vi è inoltre una selezione di disegni con pastelli a olio, grafite o inchiostro, trattati mediante un processo scultoreo con cui, sfregando e graffiando la carta, le fibre dello stesso supporto diventano materia plastica. 

Una Szeemann (Locarno, 1975) propone Scenafenomenica, un progetto che unisce magia, mitologia, tradizione classica e cultura arcaica in modo da scrivere tramite le opere un racconto corale dalle sfumature epiche. Anche in questo caso il focus del progetto è la Sardegna, con le sue asperità, le leggendarie Janas e la persistenza archeologica in un paesaggio dove la natura sembra talvolta fossilizzarsi, mimetizzarsi con le pietre e con le creste del Supramonte.

Last but not the leastAlessandro Biggio (Cagliari, 1975) è ambasciatore dell’arte contemporanea sarda e sotto il titolo di Filira raccoglie un nuovo ciclo di tele e sculture pensate come un insieme coerente, poiché connesse in una visione d’insieme organica e unitaria. Suo materiale di elezione è la cenere generata dalla combustione delle essenze del suo giardino con cui genera sculture fragili, mentre le opere pittoriche sono dipinte con il succo delle bacche di fillirea che, spremute, producono un colore ocra scuro dalle sfumature violacee. Il titolo dell’esposizione cita il mito greco di Filira, ninfa che cercò di sfuggire alle avances di Cronos mutandosi in giumenta, ma il dio si trasformò in stallone riuscì a unì con lei. Filira diede alla luce una creatura ibrida, il centauro Chirone e, sconvolta alla vista del figlio, chiese a Zeus di essere tramutata in un arbusto, oggi conosciuto proprio con il nome di fillirea.

I visitatori del MAN avranno inoltre la possibilità di immergersi nell’arte antica grazie all’esposizione di due capolavori di El GrecoL’adorazione dei Magi, rimasta per secoli ignota e restituita recentemente alla paternità del genio cretese, e il Salvatore benedicente dei Musei Civici di Reggio Emilia. 

Marta Santacatterina