Tutti gli uomini di Gustave Caillebotte al Musée d’Orsay
Un indecifrabile sguardo indagatore, i capelli corti di un grigio che si perde nell’azzurro e nel blu: Gustave Caillebotte (1848-1894), scapolo d’oro di una ricca famiglia parigina dell’imprenditoria tessile, quando tornò dalla guerra franco-prussiana chiuse nel cassetto la laurea in legge e decise che avrebbe ubbidito solo alle sue passioni. Legò ben presto il suo nome agli anticonformisti del Café Guerbois, i futuri impressionisti che in lui trovarono un amico, un collega ma soprattutto un finanziatore.
Ingegnere e proprietario di un cantiere fluviale, appassionato praticante di canottaggio e vela, filatelico e orticultore, il mecenatismo e l’etichetta di rampollo oscurarono per quasi un secolo il riconoscimento del suo contributo pittorico. I 130 anni dalla morte sono l’occasione della monografica Caillebotte. Peindre les hommes, che ne commemora l’avvenuto riscatto ma da un punto di vista inedito: è questa la tappa parigina dedicata alla sua produzione maschile, visitabile fino al 19 gennaio 2025 al Musée d’Orsay, prima di volare oltreoceano al Getty Museum di Los Angeles e all’Art Institute di Chicago.
L’operaio urbano, lo sportivo, il bagnante, il fratello di spalle al balcone, l’uomo nudo nell’intimità della toiletterubano la scena all’universo femminile: sono nuove e potenti figure – senza pose né pregiudizi - che sfidano l’ordine costituito della mascolinità tradizionale negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento. “Dipingere gli uomini” per Caillebotte significò ridefinire quella virilità che aveva cominciato a incrinarsi per effetto delle umiliazioni della guerra, delle pressioni di emancipazione delle donne e dell’affiorare di sottoculture omosessuali fino a quel momento invisibili. Non c’è intento moralizzante nella luce che leviga i torsi nudi e magri de I piallatori di parquet, tesi nello sforzo sottomesso ma dignitoso; il gentiluomo toglie la giacca e afferra i remi della composizione diventandone per la prima volta soggetto (Parte di barca). Piove il progresso sulla Parigi di Haussmann (Strada di Parigi, giorno di pioggia), in una prospettiva fotografica alienata come le persone che la attraversano.
Caillebotte fonde impressionismo e realismo in un’estetica umana che asseconda il cambiamento dei tempi. Ricerca la sua identità ma con la leggerezza conferita da una posizione privilegiata, cronista che scardina silenziosamente dall’interno canoni, stereotipi di genere e antagonismi di classe. Tra studio della figura e compiaciuta, curiosa, distaccata contemplazione della vera bellezza corporea, i suoi dipinti maschili sono le seducenti istantanee di un’ambigua e raffinatissima modernità.
Serena Tacchini