Il pittore “dei jeans” protagonista della mostra che celebra i 30 anni di Galerie Canesso
La fiamma dell’arte si accese molto presto nell’anima di Maurizio Canesso che, già attorno ai vent’anni, cominciò a muovere i primi passi da mercante d’arte, acquistando prima e cedendo subito dopo un dipinto di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone. La svolta nella sua formazione avvenne grazie all’incontro con il celebre mercante Piero Corsini che lo volle al suo fianco e gli diede la possibilità di approfondire conoscenze e relazioni con istituzioni e grandi musei statunitensi ed europei. Nel 1988 Canesso si mise in proprio e finalmente, nel 1994, aprì la sua prima galleria a Parigi, concentrando le sue ricerche sugli artisti italiani, o che lavorarono in Italia, tra il Rinascimento e il Barocco.
Oggi la galleria compie trent’anni e nel frattempo Maurizio Canesso ha esteso il suo business tornando anche in Italia, in particolare a Milano, dove ha aperto una galleria in uno spazio immerso nel verde in quella che costituiva la serra del giardino di Casa Valerio, uno dei palazzi storici proprio dietro la Pinacoteca di Brera.
Per celebrare l’importante anniversario, le due sedi hanno inaugurato altrettante mostre che vedono tornare “a casa” tante opere negli spazi in cui i collezionisti e i responsabili dei musei hanno potuto scoprirle, ammirarle e poi acquistarle. Gli autori dei dipinti sono quelli privilegiati nelle scelte di Canesso: Evaristo Bachenis, Bernardo Strozzi, Alessandro Magnasco, Gian Paolo Lomazzo, Giuseppe Bonito, Gaspare Travesi, Tanzio da Varallo e tanti altri maestri del Barocco e del Rinascimento italiano.
Spicca in particolare un dipinto di colui che è stato chiamato Maestro della tela jeans, cioè un anonimo pittore lombardo attivo nella seconda metà del Seicento e che probabilmente per primo vestì i suoi soggetti con abiti confezionati mediante quel tessuto di origine italiana che diventò poi assolutamente popolare grazie alle grandi fabbriche americane. Lo dimostra il dipinto che rappresenta un’umile donna intenta a cucire in un ambiente domestico e che indossa un grembiule in denim, peraltro strappato e grossolanamente cucito al centro: allora verosimilmente quelli realizzati con il tessuto jeans erano capi di abbigliamento poveri, oggi sono presenti in tutti gli armadi del globo.
Marta Santacatterina