Pittori bolognesi ed emiliani in mostra a Bologna
Dipinti e disegni di antichi maestri dal XV al XIX secolo
Da oltre trent’anni si rinnova “Incontro con la pittura”, l’appuntamento organizzato dalla Galleria d’arte Fondantico di Tiziana Sassoli per consentire ad appassionati, collezionisti e studiosi di riscoprire opere di notevole interesse, eseguite da importanti maestri bolognesi ed emiliani attivi tra la metà del Cinquecento e l’inizio dell’Ottocento, spesso poco note e talvolta protagoniste di complicate vicende collezionistiche. La punta di diamante del 31° Incontro con la pittura, che si tiene nell’antica Casa Pepoli Bentivoglio, nel cuore di Bologna, è il San Girolamo in preghiera, opera esemplare della maturità di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Si tratta di una la tela “da stanza” identificabile con uno dei due dipinti di analogo soggetto registrati nel Libro dei conti del pittore di Cento – protagonista peraltro di varie mostre attualmente in corso, come quella allestita a Roma, alle Scuderie del Quirinale, e quella di Cento - e destinati a Girolamo Panessi (1648) e al conte di Novellara (1652).
Tra i dipinti più antichi radunati nel progetto di Fondantico c’è inoltre la tavola con l’Adorazione dei pastori realizzata attorno al 1565 da Sebastiano Filippi, detto Bastianino, artista tra i più prolifici e ispirato decoratore che lavorò nella corte ferrarese di Alfonso II, nonché uno dei maggiori poeti del manierismo italiano. Spiccano inoltre le due grandi opere del bolognese Giovanni Francesco Gessi – raffiguranti una fanciulla intenta al lavoro e un piccolo amorino – le quali provengono da una serie che include altri due esemplari simili presenti nelle collezioni della Pinacoteca di Bologna. Nello stesso museo si conservano due frammenti della pala d’altare con l’Apparizione della Vergine a San Guglielmo (1646) realizzata per la chiesa bolognese di Gesù e Maria a Porta Galliera da Francesco Albani e smembrata nell’Ottocento; il brano “ritrovato”, su cui è dipinta la Madonna in gloria con cherubini, viene oggi presentato per la prima volta a Casa Pepoli Bentivoglio.
La rassegna si arricchisce inoltre di quattro tele con le Allegorie delle stagioni di Giuseppe Marchesi, nonché di significative testimonianze del lavoro dei fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi, protagonisti del secondo Settecento italiano, riscoperti nell’ultimo decennio anche grazie alla valorizzazione svolta dalla Galleria Fondantico. È di Ubaldo un olio su carta con il busto di un bambino con il capo volto verso il basso, mentre sono di Gaetano il bozzetto per La continenza di Scipione (1784) dipinta per il complesso di Santa Maria della Vita a Bologna, e La Madonna col Bambino e i santi Giovanni, Anna e Giacomo Maggiore, modello preparatorio per l’opera degli Uffizi di Firenze. A rappresentare il XVIII secolo sono infine convocati in mostra Vincenzo Martinelli - importante temperista bolognese che traghettò il paesaggismo locale dalle formule rococò a delle vedute più realistiche e moderne - e il pittore e scenografo Antonio Basoli.