Art e Dossier

In un libro tutta la storia del legame fra la gallerista Ileana Sonnabend e l’Arte povera

categoria: Cataloghi e libri

Ilaria Bernardi (a cura di)
Ileana Sonnabend & Arte povera
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2024
pp. 152
€ 19

“Si presenta come un quaderno informativo piuttosto che come un tradizionale catalogo di mostra” il volume edito da Silvana Editoriale e incentrato sul legame fra la gallerista di origine romena Ileana Sonnabend e i protagonisti dell’Arte povera, teorizzata nel 1967 da Germano Celant. Ad affermarlo nelle pagine introduttive è Ilaria Bernardi, curatrice non soltanto del libro intitolato Ileana Sonnabend & Arte povera, ma anche dell’omonima mostra allestita presso MNAR ‒ Muzeul Național de Artă al României, a Bucarest, dal 26 giugno al 22 settembre 2024. Nel solco del modello critico proposto dallo stesso Celant, “la mostra Ileana Sonnabend & Arte povera e il volume che la accompagna si basano su informazione, documentazione e archivio, lasciando da parte qualsiasi sovrastruttura interpretativa, nella convinzione che soltanto ritornando a un approccio storico e scientificamente approfondito si possa dare il meritato peso storico agli artisti, alle figure a questi connesse e agli eventi del nostro passato e del nostro presente”, come spiega ancora una volta la curatrice. Tale “sforzo filologico-documentario” emerge con chiarezza dall’impianto del libro, che offre una sintesi cronologica della vita e dell’attività di Ileana Sonnabend, nata a Bucarest nella famiglia Schapira il 25 ottobre 1914, sette approfondimenti sugli artisti dell’Arte povera esposti nelle varie sedi della galleria Sonnabend ‒ Michelangelo PistolettoGilberto ZorioMario MerzGiovanni AnselmoPier Paolo CalzolariJannis KounellisGiulio Paolini ‒, la cronologia delle mostre presentate dalla Sonnabend gallery e un focus sulle opere selezionate per la recente rassegna di Bucarest, non incluse nella Sonnabend Collection, ma tuttora possedute dagli artisti o dai loro eredi oppure da istituzioni, galleristi e collezionisti italiani e scelte da Ileana Sonnabend per essere mostrate nella sua galleria o in progetti da lei organizzati. 

Dalle varie sezioni che compongono il volume affiora la vicenda umana e professionale di Sonnabend – il suo rapporto affettivo e lavorativo dapprima con Leo Castelli e poi con Michael Sonnabend, la crescita come gallerista al di qua e al di là dell’oceano, l’intuito nel riconoscere talenti destinati alla fama globale, tra cui Pollock, Rauschenberg, Warhol, schiudendo per loro le porte della scena europea ‒, ma soprattutto il costante interesse verso gli artisti italiani, in particolare quelli della stagione poverista. È Michelangelo Pistoletto, nel 1962, a convincere l’amico Gian Enzo Sperone – che diventerà uno dei galleristi di riferimento per il nucleo torinese dell’Arte povera – a recarsi a Parigi insieme a lui per incontrare i Sonnabend, i quali avevano da poco inaugurato la loro galleria al 37 di Quai des Grands Augustins. Quell’incontro fu determinante per l’internazionalizzazione del movimento teorizzato da Celant e stabilì altri punti di contatto fra la ricerca di Sonnabend e gli esiti della produzione artistica italiana degli anni Sessanta e Settanta. Come ben chiarisce il volume, pure nei decenni successivi l’Arte povera continuerà ad avere spazio nella programmazione espositiva di Sonnabend, a riprova della solidità dei legami instaurati con i suoi protagonisti, la cui voce echeggia nel libro in forma di citazioni.

Il ricco apparato iconografico in bianco e nero regala ulteriore efficacia al racconto degli eventi passati, mentre le immagini finali a colori spostano l’attenzione sulla recente mostra di Bucarest, nuovo capitolo di un dialogo mai concluso.

Arianna Testino