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Art History: ricerca iconografica

Alessio

La vicenda agiografica di Alessio, santo confessore del V secolo, fu molto diffusa in Oriente e in Occidente, pur non avendo riscontri storici. Le leggende sono diverse (siriaca, bizantina, greca e latina), ma tutte concordano nel delineare la figura di un uomo di nobili origini, fuggito, la sera delle sue nozze, a Edessa per intraprendere una vita ascetica, facendo il mendicante davanti alle chiese. La versione greca racconta della sua nascita a Roma, del ritorno in incognito alla casa paterna dopo diciassette anni sotto le spoglie di un mendicante straniero, e del suo riconoscimento “post mortem” tramite una sua lettera trovata dal papa. La versione latina, redatta nel X secolo, fu quella che contribuì maggiormente alla popolarità del santo, sottolineando la rilevanza di Roma quale luogo della sua nascita, morte e sepoltura. Sede delle sue spoglie divenne la chiesa romana di San Bonifacio, dal 986 intitolata anche ad Alessio. La propaganda papale e la riforma monastica dell’XI e XII secolo evidenziarono ulteriormente la sua castità e l’aspetto ascetico del rifiuto del matrimonio. Nei secoli successivi, dopo l’inclusione della vicenda di Alessio nella Legenda aurea di Jacopo da Varagine, ci fu un’ampia diffusione nelle diverse letterature nazionali, anche a livello popolare, che consacrarono la sua iconografia. Alessio venne dunque considerato il patrono dei pellegrini e dei mendicanti, e rappresentato con il bastone da pellegrino, la scala e la lettera in mano.