Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Giobbe

A Giobbe, ricco e pio cittadino della città di Uz, è intitolato un libro del Vecchio Testamento che ne narra la storia. Il racconto esemplare, svolto nella forma di una disputa filosofica, affronta la questione della giustizia divina e la connessione tra il peccato e la punizione ribadendo l’imperscrutabilità del mistero che avvolge il destino dell’uomo. Il libro si apre con Satana che sfida Dio sulla capacità degli uomini a sopportare le sofferenze ingiustamente subite, senza rinnegare la fede. L’esperimento del maligno si applica sul povero Giobbe che, anche se sottoposto alle peggiori sventure - dalla moria delle sue preziose greggi, alla morte prima dei servi e quindi dei figli - non rinnega né maledice il suo Signore. Quando, infine, viene colpito da una tremenda malattia che ne ricopre il corpo di piaghe purulente, rimane solo, abbandonato da tutti, rimproverato da sua moglie e dagli amici, si rivolge direttamente al Signore chiedendogli il perché di punizioni tanto crudeli, pur avendo condotto un’esistenza retta e devota. Dio allora si manifesta a lui e, dopo averlo rimproverato per aver osato tanto, lo apostrofa dicendo che, al pari delle meraviglie della creazione, anche il male e la sofferenza dovevano essere accettate come un impenetrabile mistero. Giobbe riconosce umilmente la propria ignoranza e viene finalmente risarcito di tutto ciò che gli era stato tolto. La sua figura, molto popolare, era invocata contro il terribile flagello della peste, che colpiva indifferentemente uomini giusti e peccatori. A Giobbe sono dedicati interi cicli figurativi, ma l’immagine rappresentata più di frequente lo ritrae vecchio e barbuto, con il corpo nudo ricoperto di piaghe, mentre siede su un letamaio - benché la Bibbia parli di mucchio di cenere - circondato dalle persone care che lo incitano alla ribellione. A volte la moglie si tura addirittura il naso per il fetore che emana o gli rovescia addosso dell’acqua. La sua vicenda è stata interpretata nel Medioevo come prefigurazione della Passione di Cristo.