Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Ildefonso

Secondo la tradizione, Ildefonso di Toledo, vescovo benedettino della città spagnola vissuto nel VII secolo, era nato da genitori sterili, grazie all’intercessione della Vergine Maria. Il bambino venne chiamato Ildefonso che significa “beato, felice”, ed educato dalla madre in una tenera devozione verso la vergine Maria, di cui sarebbe diventato un grande paladino. Studiò presso la scuola di Isidoro di Siviglia e, in seguito, sentì il desiderio di entrare in un monastero ad Agali, di cui divenne abate. Morto nel 657 lo zio Eugenio, arcivescovo di Toledo, Ildefonso venne nominato suo successore, divenendo vescovo il 26 novembre 657. Durante i suoi dieci anni di vescovado a Toledo lavorò con grande zelo e scrisse molte opere. Tra queste la più famosa fu il Libellus de virginitate sanctae Mariae scritto per controbattere gli eretici che avevano negato la verginità di Maria. Il legame con il culto mariano caratterizzò la figura di Ildefonso più di ogni altra cosa, tanto da fargli assumere il titolo di notaio di Maria. Morì il 23 gennaio del 667 e fu sepolto nella basilica di Santa Leocadia di Toledo. Il culto per sant’Ildefonso ebbe una particolare diffusione, soprattutto in Spagna e nelle Fiandre spagnole, in ambito controriformistico per la sua difesa dell’Immacolata concezione, che era stata messa in discussione proprio durante il Concilio di Trento. L’immagine di Ildefonso viene rappresentata, per lo più, durante l’episodio culminante della sua leggenda: “l’investitura” da parte di Maria Vergine in persona, che gli offre in dono una pianeta.