Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Tobia

Il racconto riguardante il giovane Tobia (o Tobiolo) e suo padre, il cieco Tobia (o Tobi) non è presente in tutte le edizioni della Bibbia, poiché è accettato solo da ebrei e protestanti. È ambientato nel VII secolo a. C. in Assiria, dove gli Israeliti erano stati deportati dopo la distruzione del regno settentrionale d’Israele. L’arcangelo Raffaele era stato mandato da Dio come ricompensa dell’onestà della moglie di Tobi, che, da quando il marito era divenuto cieco, lavorava filando per mantenere la famiglia. Poiché Tobi aveva prestato del denaro in una città lontana e lo voleva indietro, mandò il giovane figlio Tobiolo pregandolo di cercarsi un accompagnatore per il viaggio. Egli trovò Raffaele, che non aveva però le sembianze di angelo, e si mise in viaggio con lui e con il proprio cagnolino. Arrivati sul fiume Tigri, Tobiolo volle fare il bagno; un pesce, però, guizzò dall’acqua e cercò di divorargli il piede. Incitato da Raffaele, Tobiolo riuscì ad afferrare il pesce, lo gettò sulla sponda e gli tolse cuore, fegato e fiele, che sarebbero stati, a detta dell’angelo, rimedi contro demoni e malattie oculari. Il racconto prosegue con l’incontro tra Tobiolo e Sara, della quale si diceva che sette uomini che l’avevano sposata erano stati uccisi durante la prima notte di nozze da un terribile demone. Tobiolo, innamoratosi della giovane, la sposò e riuscì a distruggere il demone con le interiora del pesce. Tornato a casa dai genitori con la moglie, Tobiolo cosparse gli occhi del padre con il fiele del pesce ed egli riacquistò la vista.