Art History: ricerca iconografica
Fauno
Figlio di Pico, nipote di Saturno e padre di Latino, fu il terzo nella serie dei re dei Laurenti e veniva venerato come divinità italica protettrice dell’agricoltura e dei pastori. Quando in Italia fu introdotto il culto del dio greco Pan dell’Arcadia (Peloponneso), Fauno venne identificato con lui, cominciando a essere rappresentato con zampe di caprone e brevi corna sulla testa. Successivamente, nelle fonti latine verranno menzionati “fauni” al plurale, esseri divini per metà umani e per metà caprini, abitatori dei boschi, simili ai satiri greci e presto confusi con essi. Altre fonti indicano i fauni come i figli nati da Fauno e dalla sposa Fauna, che ripeteva le stesse caratteristiche del marito, però al femminile. Le rappresentazioni del dio Fauno, seppure vadano distinte da quelle di Pan, spesso furono dagli artisti confuse con esse. Per cui il dio pastorale Pan/Fauno è un uomo barbuto e peloso, dai piedi e dalle corna caprini, che suona la siringa (flauto di canne nato dalla trasformazione della ninfa Siringa fuggita di fronte al deforme ammiratore) e che, spinto da lussuria, insidia continuamente le ninfe. Al suo apparire durante le ore del giorno può incutere un misterioso sgomento soprattutto tra le greggi, definito, appunto, “timor panico”. Presente come soggetto soprattutto nell’arte antica, nella ceramica greca e nelle sculture ellenistiche e romane, appare anche nella pittura moderna, prevalentemente nel celebre episodio della gara musicale con Apollo.