Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Zola*

Nato a Parigi nel 1840 e rimasto presto orfano, Émile Zola, che sarebbe divenuto un romanziere di successo, trascorse tutta la sua giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Lavorò come giornalista presso la casa editrice Hachette, divenendo poi un vero e proprio scrittore, considerato il caposcuola del Naturalismo positivista. Questo movimento letterario voleva interpretare i fenomeni sociali e culturali attraverso il determinismo di Taine e l’ereditarietà di Darwin, trasferendo alla letteratura il metodo sperimentale delle scienze. Zola fu sempre attivo in polemiche culturali e artistiche, come, per esempio, nella difesa di Manet e degli impressionisti. Ma fu soprattutto attento alle problematiche sociali del suo tempo, derivate dalla recente industrializzazione. Un importante avvenimento della sua vita fu il coinvolgimento nel caso Dreyfus, di cui denunciò la natura reazionaria e militarista del complotto con la famosa lettera aperta (J’accuse), pubblicata nel 1898 su “L’Aurore”. A causa di questo suo aperto schieramento con gli innocentisti, Zola fu condannato a un anno di carcere, per evitare il quale fuggì in Inghilterra. Tornò a Parigi l’anno successivo, essendo stato annullato, nel frattempo, il giudizio contro Dreyfus. Dopo il suo famosissimo romanzo Teresa Raquin, del 1867, Zola, l’anno dopo, concepì il progetto di un ciclo di romanzi che prendeva in esame tutti gli strati della società attraverso le vicende di vari personaggi appartenenti alla stessa famiglia, nacquero così il ciclo I Rougon-Macquart, storia naturale e sociale di una famiglia sotto il secondo impero, che, sviluppatosi in venti volumi, venne scritto dal 1871 al 1893. Tra questi, i più importanti furono: Il ventre di Parigi (1873), L’ammazzatoio (1877), Nana (1880), Il paradiso delle signore (1883) e La bestia umana (1890). Seguì la trilogia Tre città: Lourdes (1894), Rome (1896) e Paris (1898), in polemica con le superstizioni su cui si fonderebbe la religione cattolica. Oltre a moltissime altre opere narrative, teatrali, critiche e poetiche, l’ultimo progetto di Zola fu l’incompiuto ciclo de I quattro vangeli, di cui uscirono Fecondità (1899), Lavoro (1901) e Verità (postumo nel 1903), mentre Giustizia non poté essere scritto a causa dell’improvvisa morte dell’autore nel 1902, causata, forse, dalle esalazioni di una stufa mentre dormiva (ma sulla quale il sospetto di un attentato non venne mai del tutto smentito).