Art e Dossier

A Basilea un’ampia esposizione dedicata a Vija Celmins

categoria: Grandi Mostre
15 June – 21 September 2025
Riehen, Switzerland
Fondation Beyeler

La mostra appena inaugurata alla Fondazione Beyeler di Riehen ha dell’eccezionale perché sono davvero rare le occasioni di vedere ampie retrospettive dedicate a Vija Celmins, artista lituana naturalizzata statunitense che nel corso della sua carriera ha realizzato complessivamente solo circa duecentoventi opere fra dipinti, disegni e sculture. Un corpus esiguo, dovuto da un lato alla meticolosità del modus operandi di Celmins e dall’altro al suo rifiuto di piegarsi alle tendenze dominanti nel mondo dell’arte.

Il percorso attraversa l’intera carriera dell’artista in chiave cronologica e presenta circa novanta opere tra dipinti, disegni, stampe e sculture che, tutte assieme, consentono di cogliere l’invito di Celmins a sostare davanti alle opere, fissandole da vicino e scrutandole in profondità, così da contemplare la tensione che scaturisce tra spazio e superficie, tra prossimità e distanza, tra quiete e movimento. L’incipit della mostra è rappresentato da alcuni dipinti di oggetti quotidiani dei primi anni Sessanta ispirati alle lezioni di Giorgio Morandi e Diego Velazquez che l’autrice ha scoperto durante un viaggio in Italia e Spagna nel 1962; realizzati a Los Angeles, si distanziano tuttavia dai colori vividi e dalla luce squillante della California per adottare una tavolozza smorzata di marroni e grigi, ravvivata da occasionali tocchi di rosso elettrico. Si datano tra il 1965 e il 1967 le tele che raffigurano bombardieri sospesi contro un cielo grigio o precipitati al suolo per ricordare i drammi delle guerre, mentre nel periodo seguente, fino al 1992, Celmins si concentra sui disegni tratti da foto pubblicate su libri e riviste o scattate da lei stessa. I soggetti privilegiati sono le nuvole, la superficie della luna e le galassie – era l’epoca delle prime esplorazioni spaziali -, i deserti silenziosi e immobili e gli oceani. Altre opere ci pongono di fronte a una delicata meditazione sul passare del tempo che si manifesta attraverso dipinti e disegni a carbonicno che replicano delle ragnatele, oppure le texture di diversi oggetti: la copertina di un libro giapponese, lo smalto incrinato di un vaso coreano, la superficie graffiata di lavagnette d’ardesia, la materia bucherellata di una conchiglia. I lavori più recenti – che sono anche i più grandi - prendono invece vita da scatti fotografici di fiocchi di neve illuminati contro il cielo buio. Un senso di profondo silenzio e meraviglia permea la poetica di Celmins, consentendo così ai visitatori di immergersi in un universo capace di restituire un ritmo diverso e atmosfere assai suggestive.

Marta Santacatterina