Art e Dossier

Caillebotte e gli impressionisti. Storia di una collezione

categoria: Eventi

Accrochage. Caillebotte et les impressionistes. Histoire d'une collection

Paris, France
Musée d'Orsay

Al Musée d'Orsay di Parigi una folla si accalca al piano terra di fronte agli scenografici dipinti di Gustave Caillebotte (Caillebotte. Dipingere gli uomini, mostra alla quale "Art e Dossier" ha dedicato la copertina di novembre e un bell'articolo di Valeria Caldelli). Da Parigi, dove chiuderà il 19 gennaio 2025, si trasferirà a Los Angeles (J. P. Getty Museum) e successivamente a Chicago (Art Institute). Quello però che negli Stati Uniti non si potrà vedere, è il magnifico allestimento temporaneo ("accrochage", come lo chiamano i francesi), che Paul Perrin ha sistemato in due sale al quinto piano del museo (Accrochage. Caillebotte et les impressionistes. Histoire d'une collection, fino al 19 gennaio): suggestivo e inedito, l'accrochage rischia di passare inosservato nella vastità del Musée d'Orsay. Ed è un peccato, perché con la chiusura della mostra di Caillebotte al niveau 0, le decine di dipinti impressionisti per l'occasione riuniti al quinto piano torneranno ciascuno dove si trovava in precedenza. È di fatto la prima volta che sono qui riuniti, gli uni accostati agli altri, i Manet, Pissarro, Degas, Monet, Sisley acquistati dal giovane Caillebotte, morto a soli quarantasei anni nel 1894. Il suo scopo era aiutare gli artisti amici (lui era l'unico benestante di famiglia) ma c'era anche da parte sua il desiderio di pubblicizzarne la modernità. Basti pensare a capolavori come Il Balcone di Degas (1868-1869), La colazione (1873 circa), la fumosa Gare Saint-Lazare di Claude Monet (1877), L'altalena e il Ballo al Moulin de la Galette di Renoir (entrambe del 1876), Le regate a Molesley di Sisley (del 1874). Vederli oggi raggruppati in due sale, permette di comprendere la generosità e il gusto raffinato di Caillebotte che nel 1894 lasciò la raccolta in legato allo Stato francese (un suo primo testamento lo aveva redatto già a ventotto anni). La collezione di Caillebotte era composta da una sessantina dipinti, il cui nucleo più sostanzioso è confluito, dopo numerose traversie, al museo parigino. All'epoca della sua morte, però, i responsabili delle Belle Arti fecero fatica, in anni ancora dominati dalla pittura accademica, ad esporre gli impressionisti nelle collezioni pubbliche. Solo nel 1897 una parte della collezione fu accolta nell'apposita sala Caillebotte al musée du Luxembourg.  Nel 1929 fu trasferita trasferite al Louvre, e nel 1947 al nuovo museo degli impressionisti al Jeu de Paume (la ricordo, negli anni Settanta, ancora studentessa, proprio lì, insieme alle Ninfee di Monet ora al musée de l'Orangerie. Infine, nel 1986, al musée d'Orsay. Chi ami gli impressionisti, sia interessato alla loro fortuna e si trovi a Parigi non può mancare di visitare queste due sale, salendo dal niveau 0 del museo al quinto piano. Vi figurano, oltre ai già citati, il mirabile paesaggio del Golfo di Marsiglia dipinto tra 1878 e 1879 da Cézanne, "il padre di tutti", come più tardi dichiararono Picasso e Matisse, e come Le scogliere di Belle-Île dipinto da Monet nel 1886, nella selvaggia isola bretone, dove Matisse sarebbe poi stato sulle sue tracce. Il dipinto più intrigante? Interno d'appartamento di Monet, del 1875, che influenzò, lo stesso anno, i Piallatori di parquet di Caillebotte, e senza dubbio fu amato dal giovane Matisse, fra i primi ad ammirare la raccolta al Luxembourg. 

Gloria Fossi