Art e Dossier

Cateau Cambrésis: nuova vita al Musée Matisse

categoria: Eventi
5 March 2025
Cateau-Cambrésis, France
Musée Matisse

Henri Matisse si è sempre considerato un uomo del Nord, anche se ha trascorso gran parte della vita in Costa Azzurra, dov’è morto nel 1954. Era nato il 31 dicembre 1869 a Cateau Cambrésis (Dipartimento della Francia del Nord), non lontano dalle Fiandre, e aveva trascorso la prima giovinezza nella vicina Bohain-en-Vermandois, dove i genitori avevano un negozio di granaglie oggi trasformato in casa-museo, assolutamente da visitare se ci si reca sulle tracce del giovane artista in questa regione brumosa e affascinante. Percorrendo le strade fra il Cambrésis e il Vermandois si rimane colpiti dall’immensa distesa di campi coltivati a perdita d’occhio, disseminati di fattorie e silos. Si comprende così la vocazione agricola del territorio, dove un’altra tradizione ben radicata era quella del ricamo e della tessitura, alla quale Matisse restò legato per tutta la vita, tanto da rappresentare nei suoi dipinti, in infinite variazioni, i più disparati frammenti di tessuti, decorazioni, abiti femminili, cappelli, arazzi.

Il colore ha alimentato la fantasia di Matisse sin dai primi viaggi nel sud della Francia e in Corsica, a partire dal 1887, mentre d’inverno, nelle terre dell’adolescenza, il cielo è pallido anche quando brilla il sole. Henri, non a caso, era nato durante una tempesta di neve, alle 20 di sera, in una casa che non esiste più, non lontano dall’edificio di origini cinquecentesche di palais Fénelon, che dal 1982 ospita il museo a lui dedicato. Il primo nucleo, da Matisse appoggiato fortemente, era stato inaugurato l’8 novembre 1952 negli spazi più ristretti dell’Hôtel de Ville. L’artista aveva ottantadue anni, aveva offerto una cospicua donazione di opere, ma era molto malato e all’evento presenziarono i figli Marguerite e Jean. Adesso, dopo una chiusura di diversi mesi e un lungo restauro, il museo ha riaperto nel novembre 2024 con una significativa estensione di spazi dedicati a esposizioni temporanee. Fino al 13 aprile 2025 è visibile, al piano terra dell’ala destra, ristrutturata per l’occasione, una grande mostra dedicata ai libri illustrati dall’artista (Comment j’ai fait mes livres, con un esaustivo libretto di 24 pagine, offerto gratuitamente ai visitatori). Sono qui esposti quattordici i libri illustrati e quattro serie di disegni, che rendono merito di un’attività che per Matisse ebbe un ruolo notevole, dal 1932 al 1954 (come già dicemmo in occasione della mostra padovana a Palazzo Zabarella di alcuni fogli provenienti dal Musèe di Grenoble). Qui a Cateau si ammirano in un vasto ambiente tutte le tavole del lavoro più celebre in questo campo, Jazz (1947), ma anche altre illustrazioni, di incomparabile fantasia e libertà creativa nella linea e nella figura, per libri come l’Ulisse di Joyce (1935), i Fiori del male di Baudelaire (1946), sino alle collaborazioni grafiche con l’amico André Rouveyre e l’omaggio del 1952 ad Apollinaire (scomparso nel 1918). 

Procediamo nelle numerose sale del museo, con un allestimento nuovo e ancor più efficace rispetto a quello visto diversi anni fa. Le opere esposte – dipinti, sculture, disegni, incisioni, papiers découpés, arazzi, tessuti­ – fanno parte delle donazioni di Matisse e degli eredi ma anche a quelle successive di Alice, moglie del celebre editore e stampatore Tériade con cui Matisse collaborò a lungo. Fra queste, la suggestiva ricostruzione della minuscola “Salle à manger”, il salottino da pranzo realizzato a Saint-Jean-Cap-Ferrat da Matisse fra 1951 e 1952 per la villa Natacha dell’amico, dove i rami di un grande platano si stagliano, con un unico tratto nero, sul bianco delle piastrelle di ceramica: un murale angolare, concepito per rendere più ampio uno spazio quasi claustrofobico, qui rimontato anche con l’inserimento, sul lato opposto, della coloratissima vetrata con i pesci cinesi, ispirata ad alcuni ideogrammi, dei quali Matisse possedeva un grande pannello, visibile in alcune fotografie del grande appartamento di Cimiez, sopra Nizza. Notevoli, a questo proposito, le installazioni, di sala in sala, su pannelli trasparenti, con le fotografie in bianco e nero di Cartier Bresson, Hélène Adant e altri, che immortalano gli atelier e le dimore in Costa Azzurra dell’artista. 

Volendo seguire un percorso cronologico, possiamo partire dalle sale dedicate ai primi dipinti, ancora dominati da tinte scure. Alcuni, che risalgono all’apprendistato presso le accademie parigine, sono copie dai grandi maestri del Louvre (Chardin fra tutti); via via, nelle sale, ammiriamo le prime sculture dal tocco nervoso ispirate a Rodin e a Bourdelle, le piccole tele con paesaggi del Cambrésis e del Vermandois, fino all’esplosione del colore negli anni Venti e Trenta, che culminano con lo spettacolare accostamento dei due dipinti ispirati al porto di Papeete (Tahiti I e Tahiti II), eseguiti molti anni dopo il soggiorno di Matisse in Polinesia. Ne parleremo presto sulla rivista, ma intanto, godiamoci alcuni poetici allestimenti, come l’intenso ritratto Donna con la ganduura blu (1951), la cui veste orientale, una gandura marocchina azzurra dai bordi dorati, di proprietà di Matisse, è esposta in una vetrina a fianco, o il capolavoro assoluto della Giovane donna con mantello foderato di pelliccia (1944), del quale si è indugiato nel nostro dossier Matisse (n. 331, p. 11). Ne parleremo presto ancora. Il catalogo delle collezioni è in vendita, assieme a molti altri libri, nella deliziosa Galérie Matisse di fronte al museo, gestita dall’encomiabile Association des amis du Musée de Matisse

Gloria Fossi