Cent’anni e più di fotografia a Trieste: storia dello Studio fotografico Wulz
Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier
Attraverso quasi trecento pezzi, tra stampe fotografiche, negativi, documenti e oggetti, al Magazzino delle Idee di Trieste viene restituita la storia dello Studio fotografico Wulz, attivo dalla seconda metà dell'Ottocento alla seconda del Novecento, un periodo cruciale per la città giuliana. Il percorso, curato da Antonio Giusa e Federica Muzzarelli, è infatti scandito da scatti che rappresentano sia gli eventi che hanno collocato Trieste al centro dello scenario internazionale, sia le tappe del suo sviluppo economico, demografico e socio-culturale.
A tutto ciò si interseca la vicenda familiare delle diverse generazioni dei Wulz, a partire dai primi successi di Giuseppe presso lo studio Engel, dove si formò: durante la sua carriera realizzò numerosi ritratti in stile romantico, tipico dell’epoca, ma dimostrò anche una particolare attitudine per la ripresa di vedute dall’alto delle colline che circondano il golfo triestino. Con l’ingresso nello studio Wulz di Carlo e con l’apertura, nel 1891, dell’atelier in palazzo Hierschel, nell’attuale corso Italia, si affacciarono le sperimentazioni tecniche e si adottò una dimensione collettiva soprattutto grazie ai ritratti di gruppo delle categorie sociali emergenti. L’atelier divenne la meta del mondo artistico e culturale triestino, mentre fuori dallo studio Carlo si impegnava nel documentare lo sviluppo industriale nel periodo precedente lo scoppio della Prima guerra mondiale. Alla sua morte, l’attività passo alle sorelle Wanda e Marion, protagoniste dell’avanguardia artistica del Novecento e promotrici dell’affermazione sociale delle donne. Del loro lavoro, oltre alla tradizione del ritratto singolo e familiare, resta la documentazione dei giorni della Liberazione di Trieste e il racconto della loro vita autonoma e orgogliosa, il loro essere donne attive e consapevoli, desiderose di modernità. Wanda, in particolare, fu consacrata unica donna fotografa del Futurismo italiano nella mostra organizzata nel 1932 a Trieste, godendo di una giusta fama mondiale conquistata con la fotografia iconica Io + Gatto, di cui si espongono oggi le lastre originali. La mostra presenta un focus sull’esperienza futurista di Wanda, allargando tuttavia le prospettive alla sinergia creativa stabilita in primis con Marion e poi con l’amica designer e artista Anita Pittoni.
L’archivio dello Studio Wulz, grazie all’acquisizione della Regione Toscana, è conservato presso gli Archivi Alinari di Firenze, pertanto l’esposizione attuale rappresenta un’occasione preziosa per riavvicinare i triestini a un ricchissimo patrimonio di immagini della loro città, ricucendo una storia indimenticabile e proponendo nuovi spunti di riflessione e letture inedite della produzione fotografica dei Wulz.
Marta Santacatterina