Gli organismi pittorici di Greta Affanni in mostra a Milano
Organic Flows
Si ispira alle relazioni tra natura e segno l’indagine creativa di Greta Affanni, protagonista della mostra allestita negli spazi milanesi della galleria Maurizio Nobile. Venti opere fra dipinti e disegni compongono la personale Organic Flows, che sintetizza l’approccio dell’artista toscana, classe 1993, al mondo naturale, osservato in tutte le sue sfumature.
Il segno pittorico di Affanni – reso tangibile da inchiostri per aerografo e riversato su lastre in plexiglas e fogli in PVC ‒ traduce in composizioni apparentemente astratte ma dal potenziale figurativo la perenne mutevolezza della natura e la sua frammentarietà. I flussi organici alla base delle opere diffondono sia la dimensione nostalgica e contemplativa dell’universo naturale sia il gradiente catastrofico che lo caratterizza. Sorta di “embrioni” in evoluzione, gli interventi di Affanni valorizzano la mancanza di porosità dei supporti, trasformandola in un mezzo per esaltare le logiche del segno e mantenere vivo il dialogo fra pittura e grafica.
Invitando lo sguardo a soffermarsi sull’impercettibile e sul valore mistico della natura, l’artista approfondisce una ricerca che affonda le radici nell’osservazione del suo territorio di origine, la Lunigiana. L’eco dei paesaggi si propaga in lavori che racchiudono l’esperienza personale di Affanni, veicolata dalle forme botaniche e stemperata dall’astrazione.
Nata a Carrara e diplomata in Pittura e Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, città nella quale attualmente vive, l’artista ha saputo fare tesoro della lezione appresa dai suoi modelli di riferimento – Luca Caccioni, Pierre Soulages e Kiki Smith, solo per citarne alcuni ‒, costruendo le fondamenta di un linguaggio autonomo, che trae spunto dalle molte variabili della natura.
Arianna Testino