Art e Dossier

Humanitas. La Forza dell’Amore: Andrea Roggi a Firenze

categoria: Grandi Mostre
10 May – 8 August 2025

Humanitas. La Forza dell’Amore,

Firenze
Basilica di San Lorenzo

Firenze non si ferma alle sue tradizioni, ma semina nuove radici grazie alla mostra Humanitas. La Forza dell’Amore, curata della storica dell’arte Laura Speranza e visitabile fino all’8 agosto 2025. Le monumentali sculture in bronzo dell’artista Andrea Roggi, esposte sul sagrato e nei chiostri della Basilica di San Lorenzo, trasformano lo spazio in un canto visivo alla vita, all’amore e alla connessione profonda con la terra. Dal grande globo realizzato con un traforo di abbracci al celebre motivo dell’Albero della Vita, le nove opere sono un inno alla spiritualità e all’umanità. L’artista attinge direttamente alla natura che circonda il suo atelier toscano a Castiglion Fiorentino, tra olivi secolari e cipressi, per dare forma a sculture che uniscono elementi vegetali e figure umane, abbracciate in un realismo dal carattere magico. Il messaggio è chiaro: assorbire la bellezza del mondo ereditata dai nostri avi per migliorarla e trasmetterla alle generazioni future. Per alcune sculture, Roggi ha adottato la tecnica della fusione a cera persa, utilizzata sin dall’antichità per la lavorazione del bronzo, secondo due differenti procedimenti. Nel metodo diretto, la figura viene modellata in cera e poi ricoperta di argilla. Una volta riscaldata, la cera si scioglie lasciando lo spazio vuoto per la colata del metallo, che riproduce fedelmente il modello originale. Nella versione indiretta, invece, si parte da un modello in creta da cui si ricava uno stampo, su cui si applica la cera: il risultato sarà una statua cava, più leggera e strutturalmente diversa. Per altre opere, Roggi ha sperimentato l’innovativa tecnica della fusione dinamica, da lui stesso brevettata, che trova le sue basi nella fusione a cera persa a guscio ceramico. Qui, però, il bronzo fuso viene colato in uno stampo in movimento, generando superfici complesse, materiche, ricche di dettagli e variazioni di forma e spessore che ricordano la corteccia di un albero. Un risultato che si sposa perfettamente con i suoi soggetti, che sembrano pulsare di vita. In questa Firenze che accoglie il nuovo senza dimenticare il passato, non sono nuove le opere di Andrea Roggi. 

Voltiamo adesso pagina, torniamo indietro: c’è infatti una ferita mai guarita, rimasta nel cuore dei fiorentini. Siamo nel lontano 1993, un evento segnò la nostra città: la strage di origine mafiosa compiuta da Cosa Nostra in via dei Georgofili, nei pressi degli Uffizi. A causa dell’attentato, persero la vita cinque persone, tra cui due bambine, e ne vennero ferite molte altre. A memoria di quell’orribile strage, nel 2021 l’artista donò a Firenze l’Albero della Vita. È uno dei simboli più amati dal mondo occidentale, giunto sino ai giorni nostri passando per le più remote e antiche religioni, da quella babilonese fino a quella indiana. Molto diffuso tra le culture europee e asiatiche, le prime testimonianze di questo soggetto risalgono all’antica Mesopotamia, in particolare ai bassorilievi assiri, dove era parte integrante di riti religiosi guidati dai sovrani. Da lì, il simbolo si è propagato fino alle civiltà mediterranee, asiatiche e nordiche cambiando forma, ma mantenendo viva la sua essenza di spiritualità e il suo carattere primordiale. Questo soggetto riflette le credenze delle antiche popolazioni pagane orientali, che lo hanno diffuso lungo il continente euroasiatico e nordafricano. 

Nei lavori di Roggi, quest’albero sembra germogliare direttamente dalla terra evocando corpi nudi e vulnerabili, che danzano liberi e sognanti dando vita a nuovi orizzonti. Le figure protagoniste delle sue opere si muovono come ballerine di danza classica: rami e foglie, in ogni direzione, sono mossi da una silenziosa melodia, ora sospesi nel cielo e ora ben saldati a terra. Radici che si muovono in punta di piedi sulla base, tanto da rendere sempre più sfuggente il significato attribuito al termine “leggerezza”. Forse, come Italo Calvino scriveva, è quel “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Ci si sente così di fronte alle opere di Roggi: consci delle difficoltà della vita, ma capaci di vedere ancora il bello che ci circonda. Una consapevolezza rara da comprendere, di quelle che arrivano con gli anni che passano, che ci fanno riscoprire quanto noi siamo parte della natura e con essa dobbiamo tornare a ricongiungerci anche quanto il ritmo frenetico della quotidianità sembra impedircelo. 

L’esposizione sarà accompagnata da un ricco catalogo illustrato, pubblicato da Giunti Editore, che sarà anche un’opportunità per scoprire i retroscena che danno vita a queste straordinarie sculture, dalla loro genesi a partire dal disegno, per passare poi alla modellazione in creta, e finire con la fusione della lega metallica e la sua rifinitura. La mostra è visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10:00 alle 17:30 (chiusura museo, ore 16:30). Costo del biglietto: € 9,00 (gratuito per bambini fino a 12 anni, persone con disabilità e un loro accompagnatore, guide turistiche). Il biglietto include la visita a: Chiostri, Basilica, Sagrestia Vecchia, Museo del Tesoro, Cripta e Sotterranei Monumentali.

Ginevra Poli