Art e Dossier

Il grande ritorno di Munch a Milano dopo quarant’anni

categoria: Grandi Mostre
14 September 2024 – 26 January 2025
Milano
Palazzo Reale

Non capita tutti i giorni di poter ammirare, in una sede espositiva italiana, ben cento opere di Edvard Munch. Il celebre pittore norvegese è ora il protagonista assoluto di una mostra allestita a Palazzo Reale di Milano e che, da febbraio a giugno 2025, farà un’ulteriore tappa a Roma: si tratta un evento molto atteso, anche perché le opere provengono dal Munch Museum di Oslo e il corpus prestato all’Italia comprende alcuni capolavori da manuale di storia dell’arte, come La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900-1901) e Danza sulla spiaggia (1904). Alle tele si affiancano delle stampe litografiche, tra cui una delle versioni custodite a Oslo di L’urlo(1895) e di Madonna (1895/1902), entrambi lavori iconici di Munch.

Il progetto espositivo è curato da Patricia G. Berman, una delle più importanti studiose dell’artista, e intende raccontare l’intero percorso umano e artistico di Munch che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ha magistralmente interpretato il tormento e l’inquietudine dell’essere umano. Un tormento che originò da tragedie personali a causa delle quali l’artista fu trascinato in un vortice di alcolismo e crisi psicologiche, tanto da venir ricoverato in alcune case di cura tra il 1908 e il 1909: madre e sorella erano infatti morte prematuramente di tubercolosi, quindi perse la vita anche il padre, mentre con la fidanzata Tulla Larsen il pittore ebbe una relazione complessa. “Nella mia casa di infanzia abitavano malattia e morte. Non ho mai superato l’infelicità di allora”, ebbe a dichiarare il pittore. Dopo aver trascorso un periodo di formazione con l’artista naturalista norvegese Per Lasseu Krohg, nel 1885 Munch si trasferì a Parigi, scoprendo gli stili impressionista e postimpressionista allora assai in voga nella capitale francese. Un successivo soggiorno a Berlino lo vide partecipe della nascita della Secessione Berlinese. Risale invece al 1892 la sua prima mostra personale, che però fu ritenuta “scandalosa” dalla critica, che contribuì così a trasformare Munch in un emblema di artista eversivo e maledetto. Comprensibile, quindi, la scelta del pittore di isolarsi nella sua proprietà di Ekely a Oslo fino alla sua morte, avvenuta nel 1944.

Oggi Edvard Munch è considerato un precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento. Per approfondire la figura di questo artista, alla mostra di Milano si affianca un ricco palinsesto di eventi che offrono anche la possibilità di comprendere più a fondo i temi della sua poetica.

Marta Santacatterina