Inchiostro e cotone protagonisti delle sculture di Sang A Han in mostra a Milano
Riscatto e consapevolezza: sono questi i concetti che meglio definiscono la poetica di Sang A Han, nata nel 1987 a Seoul, protagonista della mostra Black Flame allestita alla Galleria Fumagalli di Milano con la curatela di Maria Vittoria Baravelli.
In occasione della sua prima personale in galleria, Sang A Han riunisce una serie di sculture create ad hoc, realizzate in tessuto di cotone cucito, imbottite e dipinte usando il Meok, ovvero l’inchiostro di china, attualizzando così la tecnica orientale della pittura a inchiostro e la pratica del cucito e del ricamo, liberate dal pregiudizio della subalternità. Come sottolinea la curatrice, “il ricamo è da sempre antico custode della memoria, narra storie silenziose e intime di generazioni passate cucendo i frammenti del tempo con pazienza e maestria. Sang A Han riprende la pittura orientale tradizionale e l’antica arte tessitoria coreana per creare un linguaggio creativo contemporaneo e performativo. Attraverso l’uso del Meok, del pennello, dell’ago, del filo e del tessuto di cotone, crea sculture morbide che rimandano alla natura, al corpo e ai sogni, e intesse la sua vita frammentata di donna, artista e madre in un lavoro fatto di tanti piccoli attimi che ritaglia e cuce”. È la stessa artista a chiarire le ragioni che la spingono a scegliere questi strumenti: “Il modo in cui l’inchiostro filtra e si diffonde in esso restituisce il processo con cui il mio corpo trasforma le esperienze in memorie; il mio lavoro inizia dai ricordi, non quelli che si imprimono immediatamente nella mente, piuttosto le sensazioni che penetrano lentamente nelle fibre del mio corpo. Credo che nel mio lavoro sia fondamentale la scala delle mie opere. Creo sculture di grandi dimensioni per riscattarle da ciò che viene considerato un ‘compito minore’”.
Il gesto di Sang A Han diventa tutt’uno con la materia su cui agisce, ancorando ai punti di cucitura una catena di rimandi emotivi e spirituali e dando forma a un immaginario nel quale figurativo e simbolico convivono. Pittura, simboli religiosi di matrice buddhista e corpi femminili arricchiscono il vocabolario visivo dell’artista coreana, impegnata da sempre in una ricerca che fa tesoro della storia calandola nel presente.
Arianna Testino