L’universo poetico di Felice Casorati in mostra a Milano
Casorati
Un universo poetico abitato da figure pensose e malinconiche, ambientato in stanze chiuse, che solo negli anni tardi cominciano ad aprirsi verso il paesaggio piemontese: un’ampia retrospettiva allestita a Palazzo Reale di Milano e curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli consentirà ai visitatori di immergersi in questa dimensione silenziosa e aulica che scaturisce dalle opere di Felice Casorati, indiscutibile maestro del Novecento italiano.
Sono più di cento le opere - tra dipinti su tela e tavola, sculture, lavori grafici e bozzetti - disposte nelle quattordici sezioni della mostra e che consentono di ripercorrere, cronologicamente e per temi, la carriera artistica di Casorati, indagando sia le sue scelte stilistiche sia i rapporti con alcuni personaggi che sono stati per lui cruciali, sia le tecniche pittoriche che nel tempo hanno raggiunto una raffinata perfezione. Senza dimenticare il suo legame con Milano e le collaborazioni con alcuni festival musicali e teatri lirici italiani, in primis La Scala, dal momento che l’artista, a partire dal 1933, si è impegnato nella progettazione di costumi e scenografie.
Il percorso documenta quindi l’avvicendarsi delle ispirazioni e dell’adesione ai vari stili, dal verismo al simbolismo di matrice klimtiana, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista fino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat di fine carriera. Tanti gli approfondimenti, tra cui si segnalano quello dedicato al periodo veronese di Casorati e ai suoi rapporti con il gruppo degli artisti che esponevano nella veneziana Ca’ Pesaro sotto la guida di Nino Barbantini; quello che vede protagonista il ciclo delle “Grandi tempere”, realizzato dopo il trasferimento a Torino e che comprende autentici capolavori; il rapporto con il mecenate Riccardo Gualino e i ritratti realizzati per la famiglia; la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1924 con una sala personale. E poi vari focus tematici, ad esempio sulle nature morte, sulla maternità, sulle “conversazioni” e sul paesaggio.
Nelle sale di Palazzo Reale si possono allora incontrare numerosi caposaldi della pittura italiana che, assieme a tutte le altre opere, rendono la visita indimenticabile, e basti pensare a Le ereditiere, Le signorine, Annunciazione - un quadro raramente esposto al pubblico -, Colazione, Concerto, Daphne a Pavarolo, Le sorelle Pontorno e l’incredibile Silvana Cenni, dipinto da cui Casorati non volle mai separarsi.
Marta Santacatterina