A Milano l’incontro inedito fra Bernardo Strozzi e Piero Manzoni
Bernardo Strozzi – Piero Manzoni. Presenza Assenza
Che cosa accomuna uno straordinario pittore secentesco e un’icona dell’arte contemporanea italiana del secolo scorso? La risposta è racchiusa nella mostra Bernardo Strozzi – Piero Manzoni. Presenza Assenza, ospitata negli ambienti milanesi di BKV Fine Art dal 17 ottobre al 19 dicembre 2025.
Realizzata in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, la mostra riunisce una trentina di opere, stabilendo un dialogo inedito fra i lavori pittorici di Bernardo Strozzi – emblema della “presenza” evocata dal titolo – e gli Achromesdi Piero Manzoni, testimoni di un’assenza veicolata dall’uso di materiali come il panno cucito, la tela grinzata, la fibra di vetro, il cotone idrofilo e il polistirolo. Fu proprio il loro autore a scrivere, nel 1960: “Perché invece non vuotare questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura e assoluta? […] la questione per me è dare una superficie integralmente bianca (anzi integralmente incolore, neutra) al di fuori di ogni fenomeno pittorico, di ogni intervento estraneo al valore di superficie: un bianco che non è un paesaggio polare, una materia evocatrice o una bella materia, una sensazione o un simbolo o altro ancora: una superficie bianca che è una superficie bianca e basta”.
Le atmosfere barocche dipinte da Strozzi e la pittura di Manzoni ridotta al grado zero trovano un punto di contatto nella libertà espressiva dei loro artefici: entrambi autodidatti e destinati ad abbandonare la carriera universitaria per dare ascolto a un incontenibile impulso creativo, Strozzi e Manzoni, nonostante il divario temporale che li separa, condividono un approccio sperimentale al mezzo artistico, rifiutando limiti e convenzioni. Dopo un esordio nel solco del modello caravaggesco, Strozzi afferma la propria indipendenza durante la fase veneziana, adottando pennellate veloci e cromie capaci di sfaldarsi nella luce. Una libertà conquistata anche da Manzoni con i suoi Achromes e con la ricerca di “uno spazio totale”.
La mostra milanese è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo arricchito dai testi di Flaminio Gualdoni, Gaspare Luigi Marcone e Gabriele Reina.
Arianna Testino