Art e Dossier

Mito su mito. Wangechi Mutu alla Galleria Borghese di Roma

categoria: Grandi Mostre
Roma
Galleria Borghese

Nella Galleria Borghese il mito è di casa. Grazie a Tiziano, Bernini, Dossi, Domenichino, alle decorazioni affrescate, alle sculture romane che vi si trovano. Miti classici che in questi mesi si intrecciano poeticamente ai Poemi della terra nera di Wangechi Mutu, artista keniota-americana che ha concepito per il museo romano un intervento site-specific perfettamente sintonizzato con lo spirito del luogo, inteso come le sale della galleria ma esteso anche al suo Giardino segreto.

Le sculture (nere, spesso) di Mutu, le sue installazioni, sollecitano la collezione permanente a uscire dalla sua solo apparente staticità museale per cercare di stabilire un contatto (in fondo la stessa cosa che facciamo noi visitatori) e accettare di dar vita a nuovi percorsi di senso.

Che è il segnale percepibile di quando un incontro fra arte antica e arte contemporanea funziona. La visita non è più la stessa. Tutto si riconfigura.

Wangechi Mutu – nata in Kenia ma trasferitasi a New York ancora molto giovane – propone le sue riflessioni sull’essere umano e il suo posto nel mondo utilizzando materiali molto vari. Resistenti e duraturi, come il bronzo, o leggeri e volatili come collage, piume, frammenti, oggetti, fili; a volte opere in movimento, o anche componendo lettere a formare parole appoggiate sul pavimento. Le sue figure hanno forme fluide, appaiono metamorfiche, sono a volte molto terrene, altre volte sembrano appartenere ad altri mondi. Ed è forse per questo che sembrano esserci sempre state, in questi ambienti; in cui, non a caso, già da qualche secolo Ovidio è di casa.

Claudio Pescio