Art e Dossier

A Roma una mostra antologica su Joan Miró

categoria: Grandi Mostre
14 September 2024 – 23 February 2025

Miró. Il costruttore di sogni

Roma
Museo Storico della Fanteria

La mostra allestita al Museo Storico della Fanteria di Roma raccoglie centoquaranta tra litografie, poesie illustrate, dipinti, sculture, manifesti e bozzetti di Joan Miró. Tutte le opere provengono da collezioni private italiane e francesi e coprono l’arco cronologico tra il 1924 e il 1981, offrendo così uno spaccato antologico della lunga ricerca dell’artista catalano. A cura di Achille Bonito OlivaMaïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, il progetto ha come obiettivo principale far comprendere il rivoluzionario linguaggio di Miró, basato su una dimensione onirica e lirica e su un incessante desiderio di sperimentazione, tale da segnare indelebilmente l’arte e la cultura del Novecento.

Il viaggio nella poetica libera e sperimentale del maestro prende il via da un nutrito gruppo di litografie e acqueforti che intendono focalizzare l’attenzione del visitatore sulla sua grande passione per la grafica, tecnica grazie alla quale poteva rappresentare il suo intero universo creativo, ma l’esposizione sottolinea allo stesso tempo il prezioso contributo di stampatori e incisori di eccellenza come Fernand Mourlot, al quale si deve la perfetta resa dei colori, essenziali nella ricerca di Miró, nel procedimento di stampa.

La sezione dedicata alla poesia svela un lato poco conosciuto dell’artista nato a Barcellona nel 1893: illustrare libri di poesia diede sempre un intenso piacere a Miró, che amava lasciavarsi trasportare, per fare un esempio, dai versi del poeta dadaista Tristan Tzara, come testimoniano i fogli realizzati per il poema Parler Seul esposti in mostra. A quest’approfondimento si collega quello dedicato alla rivista “Dernier le Miroir”, dove nel decennio 1970-1980 vennero pubblicate opere grafiche di grande lirismo e suggestione realizzate dal protagonista della mostra. La selezione di prove pittoriche, anche queste su carta, consente poi di comprendere la liberta del segno dell’artista, il suo stare sempre in bilico tra figurazione e astrazione, evocando nella gran parte dei casi quella “gioia di vivere” che, abbinata a una tenace resistenza, diventarono fattori determinanti del linguaggio artistico di Miró. Un gruppo di ceramiche dipinte a mano dimostrano invece la propensione sperimentale dell’artista e il suo mettersi in gioco con innumerevoli tecniche. Di particolare interesse è pure la serie di bozzetti realizzati per la messa in scena di L’Uccello Luce (1981) di Silvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia. 

Ad accompagnare il viaggio nell’universo fervidamente espressivo e variopinto di Miró vi sono infine una decina di opere di Man Ray, Picasso, Dalí, oltre alle fotografie di Cohen e Bertrand e a una raccolta di libri e documenti dei poeti Breton, Éluard, Chair, Tzara: tutti materiali che evidenziano le innumerevoli connessioni di Miró con il contesto dell’arte e della cultura del suo tempo.

Marta Santacatterina