Art e Dossier

Art&Dossier_banner.jpg
Art&Dossier_banner.jpg

Slavko Kopač: una mostra a Firenze

categoria: Grandi Mostre

Ha da poco inaugurato, nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno (via Ricasoli 68, Firenze), la mostra “Slavko Kopač. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut”, visitabile fino al 13 novembre 2025. Curata da Roberta Trapani e Pietro Nocita e promossa da ArtRencontre, questa retrospettiva – la prima di tale portata dedicata all’artista in Italia – riscopre la figura del franco-croato Slavko Kopač, esponente della Compagnie de l’Art Brut e primo conservatore della Collection de l’Art Brut fondata da Jean Debuffet. La mostra si articola attorno a due nuclei centrali: il periodo fiorentino (1943-1948), segnato dalla guerra e dalla ricostruzione, durante il quale Kopač matura un linguaggio espressivo autonomo e sperimentale e il periodo parigino, dove l’artista si afferma come figura chiave in dialogo con surrealismo, arte informale e art brut — non come autore di quest’ultima, ma come suo difensore e promotore. Patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze, la mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia delle Arti del Disegno e il Consolato Croato a Firenze. 

Slavko Kopač (1913–1995) torna idealmente a Firenze, città dove si formò nel secondo dopoguerra frequentando l’Accademia di Belle Arti e stringendo legami con personalità come Giovanni Colacicchi e Giordano Falzoni. L’artista sviluppa un linguaggio personale, difficile da inquadrare in categorie tradizionali. La sua arte nasce da un rapporto diretto e fisico con la materia, vista come un organismo vivo. Oli, disegni, libri d’artista, poemi, incisioni, collage, assemblaggi e ceramiche: il filo rosso che unisce tutte le sue opere è l’espressione libera che viaggia attraverso l’intuizione, la sperimentazione e la trasformazione continua. Kopač viaggia al confine tra Surrealismo, Art Brut e Informale, prendendone ispirazione pur mantenendo una direzione autonoma. L’incontro con Jean Debuffet nel 1948 lo porta nella Compagnie de l’Art Brut, dove diventa il primo conservatore della collezione di creatori brutAndré Breton ne apprezza la potenza visionaria, coinvolgendolo in progetti editoriali e artistici condivisi, mentre Michel Tapié lo inserisce tra i protagonisti dell’arte informale del dopoguerra, accanto a nomi come Fautrier, Burri e de Kooning. Tuttavia, Kopač mantiene una sua linea indipendente e la sua opera si può leggere attraverso concetti chiave del Novecento: l’informe di Bataille, che rompe le regole della forma; l’inconscio collettivo di Jung, da cui emergono immagini archetipiche; il bricolage di Lévi-Strauss, inteso come creazione fatta con materiali di fortuna; e il gioco, che secondo Huizinga è alla base di ogni atto creativo.

Da non perdere in mostra, il totem ligneo del poema di Breton

Nel 1949, grazie al sostegno di André Breton, Kopač debutta a Parigi presso la galleria Messages. In occasione di questa prima esposizione, i due artisti collaborano alla realizzazione dell’édition calligraphiée del poema di Breton “Au regard des divinités”: Kopač ne disegna la trama grafica, mentre Breton vi inserisce la propria scrittura, fondendo parola e immagine in un'opera unica. Qualche anno più tardi, nel 1954, Kopač ne crea una versione tridimensionale in legno, trasformando il poema in un vero e proprio oggetto d’arte a forma di totem, che dona al poeta. Breton conserverà con affetto questo poema-oggetto per tutta la vita. 

Giorni, orari di apertura della mostra e il catalogo

La mostra “Slavko Kopač. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut” è visitabile fino al 13 novembre 2025 nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in via Ricasoli 68 a Firenze: dal martedì alla domenica, con orario 10:00-13:00 e 15:00-19:00; lunedì chiuso. L’ingresso è gratuito. In occasione della mostra, è stato pubblicato l’omonimo volume monografico edito da 5 Continents Editions in italiano, inglese e francese, che restituisce un ritratto completo e approfondito dell’artista. Curato da Roberta Trapani, il catalogo si arricchisce di una prefazione di Bernard Blistène, direttore onorario del Centre Pompidou e promotore dell’acquisizione di dodici opere di Kopač per la collezione del museo parigino. Al suo interno, sono raccolti contributi di un prestigioso gruppo di studiosi.

Ginevra Poli