Thinking Italian da Christie's
C’erano una volta le aste denominate Italian Sales, organizzate a Londra dal 1997 dalla sola Sotheby’s e poi più tardi anche da Christie’s. Le frequentavano i collezionisti importanti venuti a scoprire la grande arte italiana del dopoguerra e farla emergere dal balbettante mercato nostrano. La favola delle Italian Sales ha avuto un fine lieto e un altro meno. Il lato positivo è che maestri come Fontana, Burri, Boetti, Manzoni sono ormai star mondiali con quotazioni cresciute in modo esponenziale nell’ultimo ventennio. Più negativo il fatto che le Italian Sales fossero diventato ripetitive, finendo per portare alla ribalta internazionale un numero limitato di artisti, e di non saper difendere la caduta di altri – come quelli della Transavanguardia. Nel tempo è diventato quindi opportuno focalizzarsi sui nomi più noti e ridurre il numero dei lotti, visto che opere di Fontana e degli altri grandi si vendono ormai tutto l’anno. Così è concepita Thinking Italian che Christie’s propone il prossimo 18 ottobre come parte di un evento più ampio in cui verranno offerte opere delle avanguardie. Si terrà a Parigi e non più a Londra per motivi fiscali, a ulteriore dimostrazione dei danni che ha causato la Brexit. L’asta proporrà i soliti piatti forti del passato, a partire da due Concetti Spaziali, Attese di Fontana, di cui uno di notevole qualità innanzitutto per dimensione (ben 100x80 cm), poi per il suo color rosso così amato dai collezionisti e poi per la presenza di ben 4 tagli. Non stupisce che la stima sia a richiesta, ma il prezzo milionario è garantito. Altra opera che non poteva mancare è un Achrome di Manzoni, datata addirittura 1958-1959, di ben 90x70 cm e in cui il caolino ha creato una importante serie di ondulazioni sulla superficie bianca. Anche qui Christie’s si aspetta tanto interesse da non pubblicare stime. Non mancano neanche i Boetti, anche se non i più cari sul mercato, e poi via via una bella serie dei maestri italiani da Paolini a Schifano a Castellani. Meno scontata è la presenza di altri artisti dell’Arte Povera, presentati in concomitanza della mostra su quel movimento aperta a Parigi alla fondazione di Pinault, proprietario della stessa Christie’s.
Daniele Liberanome