Art e Dossier

Thinking Italian, i risultati dell'asta

categoria: Aste e mercato
Paris, France
Christie’s
Opening: https://www.christies.com/

Se in genere il mercato dell’arte appare in difficoltà, quello degli importanti maestri italiani del dopoguerra è solido. Questo ci ha raccontato l’asta di Christie’s di Parigi dello scorso 18 ottobre che includeva la sezione Thinking Italian, erede delle grandi aste londinesi che definivano i trend del mercato del settore. La star è senza dubbio Lucio Fontana i cui Concetto spaziale Attese, ossia le sue tele con i famosi tagli, continuano a riservare soddisfazione ai venditori. Vero che il più importante delle due opere presentate in asta era di elevata qualità – rosso, quattro tagli, rimasto nella stessa collezione per 50 anni – ma Christie’s non si aspettava di portarsi a casa 3,6 milioni come avvenuto. Lo stesso dicasi per l’altra tela di minore qualità, perché più piccola e blu, che è passata di mano per oltre 1 milione contro una stima massima di 900.000€. Sul secondo gradino sul podio virtuale del gradimento dell’arte italiana del dopoguerra, si è sistemato Piero Manzoni. Un suo importante Achrome è stato venduto per ben 3 milioni, appena meno del Fontana migliore, ma il prezzo poteva essere anche superiore. L’opera è datata 1958-1959, quindi si tratta di uno dei primi esempi di questa serie che è la più nota per l’artista milanese; per di più la si era vista a lungo al Mart dove era stata data in prestito, e gli altri due pezzi simili a questo sono fuori dal mercato perché di proprietà di musei in America. Così la stessa Christie’s sperava di spuntare fino a 3,5 milioni. Insomma, il Manzoni è andato bene, ma non benissimo. Il mercato di Alighiero Boetti, l’altro lanciere dell’arte italiana del dopoguerra, è parso meno esaltante, ma sempre in discreta salute. A scusante possiamo addurre che i pezzi offerti non erano i più ricercati – non si trattava cioè di una Mappa o in genere di un grande arazzo; d’altra parte Senza prima né dopo in asta da Christie’s è una sua riconoscibilissima carta, dipinta a biro con una miriade di piccoli tratti blu, lasciando spuntare solo qualche virgola e un alfabeto. Essendo del 1991 è ben più tarda di Mettere al mondo il mondo del 1974, ma mentre quella era stata recentemente venduta per 1,5 milioni sempre da Christie’s di Londra, questa non ha superato i 440.000€. Gli altri pezzi di Burri non hanno fatto molto meglio, e peggio sono andate le opere dei grandi maestri italiani fuori dalla magica triade di cui sopra. Christie’s si aspettava molto da La robe rouge di Domenico Gnoli, dipinto di elevata qualità che tipicamente si focalizza su una parte del corpo femminile. La stima era di 1-1,5 milione, ma il prezzo finale ha appena superato la stima minima, come a dire che l’interesse latitava ed era forte il rischio che andasse invenduta. Lo stesso dicasi per grandi nomi come Castellani, Schifano o Paolini i cui pezzi hanno appena superato la stima minima. Del resto, l’arte italiana del dopoguerra è per poche star.  

Daniele Liberanome