Una poetica condivisa: Mario Giacomelli e Simone Massi in mostra a Fabriano
Passaggi. Mario Giacomelli Simone Massi
L’omaggio che le Marche dedicano al grande fotografo che meglio ha rappresentato quel territorio e di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita – stiamo, ovviamente, parlando di Mario Giacomelli – va sotto il segno delle affinità elettive. I curatori Gianluigi Colin e Galliano Crinella hanno infatti scelto di accostare gli scatti del maestro di Senigallia alle tavole originali di un altro artista marchigiano, classe 1970, Simone Massi: si crea così un dialogo inedito ma decisamente efficace tra due linguaggi lontani cronologicamente ma estremamente connessi nella rappresentazione della realtà.
A Fabriano, negli spazi di Zona Conce, vengono quindi esposte 35 immagini di Mario Giacomelli e altrettanti disegni di Simone Massi per dare vita a un percorso che, “come in un racconto di Borges, a un ipotetico Giardino dei sentieri che si biforcano: un giardino stratificato, volutamente senza confini, un giardino indistinto e vorticoso che ci parla di colline con terrazze abitate da papaveri, temporali e sudore – spiegano i curatori –. Un giardino incantato chiamato Marche, che è anche metafora di un mondo senza tempo e carico di spiritualità. In questo prodigioso giardino due grandi artisti si parlano e costruiscono nuovi racconti, affascinanti labirinti e potenti memorie. Uniti da un valore fondante: lo stesso sentire di fronte alla fragilità dell’esistenza”.
Di Giacomelli sono state selezionate alcune fotografie tratte dalle serie più iconiche, tra cui “Storie di terra”, i seminaristi di “Io non ho mani che mi accarezzino il volto”, “La buona terra”, “Scanno” e “Lourdes”. Ad affiancarle, i disegni a matita e pastelli di Simone Massi il quale, con altrettanta forza poetica, ritrae raschiando, quasi incidendo, la stessa terra, gli stessi volti e le stesse passioni. Emergono allora chiaramente due forme di creatività legate all’immagine in movimento, una proiezione quasi cinematografica insita nell’opera di Giacomelli, che si ritrova e si rivela in maniera evidente e potenziata nei disegni di Simone Massi, immaginifico illustratore, finissimo disegnatore, autore, regista e maestro dell’animazione umana e cinematografica. Attualmente la critica lo considera tra i principali autori di cortometraggi di animazione italiani nel mondo e uno degli ultimi pionieri dell'animazione "a passo uno".
“Prima di ogni scatto c’è uno scambio silenzioso fra oggetto e anima, c’è un accordo perché la realtà non esca come da una fotocopiatrice ma venga bloccata in un tempo senza tempo per sviluppare all’infinito la poesia dello sguardo che è per me forma e segno dell’inconscio”, raccontava Mario Giacomelli. E Simone Massi pare proprio continuare il pensiero del maestro della fotografia con queste parole: “Le mie animazioni raccontano cose solide, ‘pesanti’, persone immobili e salde, che hanno forti radici piantate nella terra. Eppure, sono anche aeree. Sono sospese e fluttuanti, come sogni, nuvole, richiami, prive di spazio e senza tempo, se non quello ‘eterno’, che scorre circolare, sempre uguale”.
Marta Santacatterina