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Venere di di Luigi Pampaloni in mostra alla Galleria dell’Accademia di Firenze

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Venere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni. Una nuova acquisizione per la Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello

Firenze
Galleria dell'Accademia

C’è una Venere a piedi nudi, si accinge ad entrare in mare. La dea, coperta da un ampio velo che scivola lungo il ventre e i fianchi, nasconde il seno pieno e fresco con la mano destra, mentre nella sinistra regge il lembo di stoffa ancora asciutto, con un gesto di grande sensualità e grazia. Lo scultore, quel Luigi Pampaloni di cui si parla tanto alla Galleria dell’Accademia di Firenze crea, nella creta di questo bozzetto preparatorio, effetti di chiaroscuro che valorizzano le forme morbide della donna. Il movimento della fanciulla è spontaneo e di grande naturalezza nella torsione del busto che si reclina pudicamente, mentre il volto accenna un sorriso lievemente imbarazzato. Facendo tesoro di questa elegante descrizione, impressa nella memoria, si può pensare di visitare la mostrVenere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni. Una nuova acquisizione per la Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello, allestita fino al 1° febbraio 2026 nella sala delle esposizioni temporanee della Galleria dell’Accademia di Firenze. L’idea per questa esposizione, curata da Giulia Coco - funzionario storico dell’arte e curatrice della Sala della Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello -, nasce proprio dall’acquisto, da parte del museo, del bozzetto preparatorio in terracotta per l’opera in marmo “Venere che entra nel bagno del mare” di Luigi Pampaloni (1791-1847), sopra descritto e precedentemente rintracciato sul mercato antiquario. 

Il percorso in mostra: dal bozzetto preparatorio in terracotta alla replica in marmo

Da quest’opera, il “fare artistico” ha preso vita presentando lo stadio successivo, il modello in gesso (1836-1837) di Luigi Pampaloni conservato all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La seconda fase differisce dalla prima in diversi particolari, primo tra tutti la capigliatura. Se nella terracotta i capelli incorniciano il viso in due bandeaux che scendono in ciocche sul collo e sono raccolti casualmente nella cuffia con nastri, nella versione in gesso l’acconciatura è più studiata; i capelli formano una treccia avvolta a chignon, mentre un elaborato fiocco, creato dalla stessa chioma, adorna la cima della testa. La posa è inalterata, ma nel gesso il volto dolce e inclinato accenna un sorriso più malizioso e seducente rispetto alla terracotta. La terza e ultima fase esposta in mostra è una replica del marmo originale (1836-1838), opera dello stesso Pampaloni, conservata in Collezione privata a Well, North Yorkshire (Gran Bretagna). Facciamo un passo indietro nel tempo: l’artista presentò la scultura in marmo originale all’Esposizione annuale dell’Accademia di Belle Arti nel settembre del 1838. L’opera ebbe grande successo per il carattere naturale, che si allontana dai più astratti e rigidi esempi antichi del Neoclassicismo – seppur rinnovati da Antonio Canova in opere come la “Venere Italica” – in favore dello studio e dell’imitazione della natura, introdotti da Lorenzo Bartolini. Trasferita in Alabama tra il 1838 e il 1842, la scultura fu acquistata da Eli P. Clark nel 1910 e da allora è dispersa. In mostra è esposta dunque una replica più piccola, rintracciata presso un collezionista inglese. Si tratta, probabilmente, dell’opera commissionata a Pampaloni da Fabio Orlandini ed esposta alla Società Promotrice di Belle Arti di Firenze nel 1845. Si completa così, in modo esemplificativo, il processo creativo della scultura ottocentesca. Infine, di fronte alle tre opere appena citate, è esposto un modello tattile del bozzetto preparatorio, realizzato in resina epossidica dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, con la consulenza di Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti Firenze. Frutto del lavoro di ricerca, il modello – risultato dalla scansione 3D del bozzetto in terracotta – è realizzato dal nuovo XR|Lab, centro di ricerca interno all’Accademia di Belle Arti di Firenze, guidato dal professor Juri Ciani e dal professor Gerardo de Simone, con il coinvolgimento dei dottorandi Giulia Vaccari e Federico Niccolai.  

La Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze

Sin dalle sue origini, la Galleria dell’Accademia di Firenze è il museo didattico di riferimento per l’annessa Accademia di Belle Arti, fondata dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena nel 1784. Strumento per la formazione degli studenti, che qui potevano imparare, copiare le opere dei maestri del passato e aggiornarsi sulle tendenze dell’arte contemporanea, la Galleria richiama oggi questa sua vocazione principalmente nella collezione di gessi. La Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze si trova nel Salone dell’Ottocento, antica corsia femminile dell’Ospedale di San Matteo, rappresentata nell’affresco staccato di Jacopo Pontormo, Scena di vita ospedaliera (1513-1514 circa.), qui conservato. La Sala espone i gessi di Lorenzo Bartolini, professore di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze (1839-1850), acquistati dallo Stato Italiano nel 1889, oltre ai modelli dell’allievo Luigi Pampaloni, che la figlia Giuseppa ha donato alle Regie Gallerie fiorentine nel 1890. Le opere più importanti furono allestite nel Museo dei Gessi, al Cenacolo di San Salvi, dove subirono l’alluvione del 1966. La raccolta è stata poi trasferita alla Galleria dell’Accademia, dove è esposta con un allestimento (1983-1985) che rievoca lo studio fiorentino di Bartolini al numero 70 di borgo San Frediano (oggi Studio Galleria Romanelli), rinnovato nel 2022. La Gipsoteca ospita anche modelli di Francesco Pozzi e Ulisse Cambi, entrambi formatisi e vicini all’ambiente accademico fiorentino, oltre a dipinti di Enrico Pollastrini, Eugenio Prati, Silvestro Lega, Luigi Mussini e altri pittori che hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Le tele rievocano la Galleria dei Premiati, cioè la sala dell’Istituto dove erano esposti i dipinti vincitori dei concorsi indetti dalla stessa Accademia e le prove di pensionato a Roma inviate dagli studenti più meritevoli. 

Giorni, orari e altre informazioni utili per visitare la mostra

La mostra Venere che entra nel bagno del mare di Luigi Pampaloni. Una nuova acquisizione per la Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello è visitabile dal martedì alla domenica, ore 08:15-18:50 (lunedì chiuso) alla Galleria dell’Accademia. Ultimo ingresso ore 18:20. L’esposizione è accompagnata da un catalogoscientifico edito da Sillabe, che raccoglie i saggi degli storici dell’arte Giulia Coco, Elena Marconi e Carlo Sisi e della restauratrice Eleonora Pucci. I contributi approfondiscono la poetica di Pampaloni, il contesto storico-artistico e il processo tecnico che conduce “dall’argilla al marmo”. Durante l’apertura della mostra saranno organizzate visite in italiano e in inglese, a cura dello staff della Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello, e visite in LIS, in collaborazione con Ente Nazionale Sordi di Firenze. Al termine della mostra, il bozzetto in terracotta sarà allestito nella Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze, entrando così nel percorso espositivo permanente del museo.

Ginevra Poli