Musée Marmottan-Monet
Musée Marmottan-Monet
2, rue Louis Boilly
75016 Parigi
martedì - domenica: 10-18
giovedì: 10-21
www.marmottan.fr
Nel XVI arrondissement, tra il jardin du Ranelagh e il bois de Boulogne, il Musée Marmottan-Monet (dal 2014 arricchito di nuove sale espositive), è un po' decentrato rispetto agli altri grandi musei parigini ma ben servito da bus, RER e metro. Quando si giunge di fronte al luminoso, elegante palazzetto che lo ospita, sembra di essere arrivati in un altro mondo, lontano dalla pazza folla. L'edificio era stato in origine il padiglione di caccia di François Christophe Edmond Kellerman (1802-1868), terzo duca di Valmy. Nel 1882 lo acquistò Jules Marmottan (1829-1883), agiato direttore di una compagnia carbonifera, che lo lasciò in eredità a Paul Marmottan (1856-1932), critico d'arte e collezionista. Per quarant'anni la dimora diventò lo scrigno ideale delle passioni collezionistiche dei Marmottan: dipinti dal Medioevo al Rinascimento (in particolare primitivi fiamminghi, tedeschi e italiani raccolti in precedenza da Jules), e opere d'arte e arredi del Primo Impero e della Restaurazione, prediletti da Paul. Nel 1932 il palazzo con tutte le sue raccolte passò in eredità all'Accademia di Belle Arti. Due anni dopo aprì al pubblico il Musée Marmottan, che dal 1838 cominciò ad arricchirsi di un'infinità di altre raccolte, frutto di svariate donazioni, e iniziò a focalizzarsi sui dipinti impressionisti. In particolare, la tela Impression, soleil de levant di Claude Monet (1872), opera-simbolo del museo e dell'idea stessa di impressionismo, fu donata nel 1940 dalla figlia del collezionista Georges de Bellio, assieme ad altri dieci quadri di Berthe Morisot, Renoir, Pissarro, Sisley. Di Monet il museo possiede un altro centinaio di tele e documenti, donati dall'ultimo discendente diretto del capofila degli impressionisti. Nel sottosuolo, una grande sala moderna dalla sagoma forma ondivaga fu disegnata dal primo direttore del museo, l'architetto Jacques Carlu, per ospitare le decine di grandi tele con le Ninfee di Monet. Questa raccolta fa invidia al Musée de l'Orangerie, e costituisce la più grande collezione al mondo di opere di Monet. Al piano terreno, invece, si respira ancora l'aria di famiglia, e il percorso, che parte dalla sala da pranzo, permette di ammirare le raccolte dei Marmottan nel loro ambiente originario, in mezzo a mobili Impero, bronzi di Thomire, porcellane neoclassiche, dipinti di Gérard, Boilly, Fabre, busti di Canova e Lorenzo Bartolini. Rimarchevole anche la collezione di miniature medievali e del primo Rinascimento già nella collezione Wildenstein. Al primo piano è stata ssitemata un'altra importate collezione, quella con le tele e l'opera grafica della Morisot (cognata di Edouard Manet), donata nel 1996 dai nipoti dell'artista, delal quale fanno parte anche dipinti e disegni di Corot, Renoir, Manet, Degas, della sua collezione personale. Il museo è dotato di guardaroba, accesso per disabili, bookshop, sala pedagogica e servizio audioguide. Un must per gli appassionati degli impressionisti, e non solo.
Gloria Fossi