Art History: ricerca iconografica
Resurrezione
La fede nel Cristo risorto dopo tre giorni dalla morte costituisce uno dei cardini della religione cristiana. Il ritorno sulla terra durò quaranta giorni, dopodiché Gesù ascese in cielo. Per secoli l'iconografia sacra eluse questo tema, con poche eccezioni. Nei cicli della Passione, al suo posto figuravano le Pie donne al sepolcro o il Noli me tangere, talvolta affiancati da scene di altre apparizioni del Cristo risorto. In realtà il tema della Resurrezione è inteso come il ritorno di Gesù in terra, poiché esiste un trattamento di questo soggetto, più devozionale che narrativo, nella pittura italiana rinascimentale e, più raramente, in quella nordeuropea dei secoli successivi, che mostra la figura di Cristo sospesa tra cielo e terra, magari inscritta in una mandorla, iconograficamente simile all'Ascensione. In alcuni casi la scena comprende, oltre alle figure dei soldati messi a guardia del sepolcro, le pie donne e l'angelo. Le guardie compaiono per lo più accasciate o sedute attorno alla tomba, alcune addormentate, altre in atto di ripararsi gli occhi dalla luce abbagliante emanata da Cristo; nei dipinti devozionali esse possono essere sostituite da santi o dagli evangelisti. Ma la tipologia più diffusa è quella di origine tardomedievale, ancora in uso durante il Rinascimento: il Redentore è in piedi sul sarcofago o ne sta uscendo, con in mano il vessillo (bianco con una croce rossa), simbolo della resurrezione. Il Concilio di Trento, che sancì per l'iconografia un ritorno rigoroso alle Scritture, disapprovò sia la versione col Cristo sospeso in aria sia quella col Cristo in piedi nel sepolcro; perciò, a partire dalla seconda metà del secolo XVI, l'immagine più diffusa è quella in cui Gesù compare in piedi davanti a un sarcofago chiuso.