Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Romualdo

La Vita sancti Romualdi di Pietro Damiani e la Vita quinque fratrum di Bruno di Querfurt sono le principali fonti agiografiche relative a san Romualdo, fondatore dei camaldolesi, vissuto nell’XI secolo. Proveniente da un’aristocratica famiglia ravennate, scelse di fuggire la società e di entrare nel monastero benedettino di Sant’Apollinare in Classe. In seguito, preferì un romitaggio più estremo, in Toscana, a Camaldoli, dove fondò diversi eremi e un monastero (nel 1010) che seguiva la severa regola di san Benedetto. I camaldolesi, che in seguito si divisero in due corpi autonomi, i monaci e gli eremiti, condussero una vita mista, cenobitica ed eremitica. La rappresentazione di san Romualdo nell’iconografia è riconoscibile dai dettagli della barba, della Bibbia nelle mani, del teschio ai piedi ma soprattutto da un importante attributo, una scala che porta in cielo. Si racconta, infatti, che egli, attorniato dai suoi discepoli, ebbe una visione: vide una scala che portava in paradiso, sulla quale monaci con il saio bianco del suo ordine, a seconda del grado di perfezione raggiunta, cercavano di avvicinarsi alla porta del cielo. Indicando la scala, egli ammoniva i confratelli a continuare a seguire la strada del bene.