Art History: ricerca iconografica
Ultima cena
L’episodio, tramandato dai quattro Vangeli canonici apre il ciclo della Passione. La sera prima del suo arresto Gesù riunì i suoi discepoli per festeggiare la festività della Pasqua ebraica. Durante il pasto avvenne il drammatico annuncio del tradimento di Giuda. L’apostolo che “venderà” il suo maestro per trenta denari è spesso isolato, a volte è in piedi di fronte a Cristo, o seduto mentre riceve dalle sue mani del cibo. In alcune immagini è raffigurato ai suoi piedi un cane, intento a mangiare gli avanzi. L’immagine può alludere, per opposizione, alla sua infedeltà o alla bassezza morale. Giovanni evangelista, il discepolo prediletto, siede accanto al Salvatore, spesso con la testa poggiata sul suo petto. La tavola nelle immagini più antiche può essere tonda, mentre a partire dal Rinascimento assume di preferenza la forma rettangolare. Le vivande che si distribuiscono sulla tovaglia immacolata possono assumere significati cristologici (pesci) o alludere alla Passione imminente (ciliege). Costante è la presenza dei pezzi di pane e dei bicchieri colmi di vino, simboli eucaristici che si riferiscono rispettivamente al corpo e al sangue di Cristo. Teologicamente l’Ultima cena è, infatti, l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia. Dall’episodio evangelico deriva anche l’iconografia della cosiddetta Comunione degli apostoli che ritualizza la scena in chiave liturgica. La tavola imbandita viene assimilata alla mensa d’altare e Cristo, in veste di officiante, offre agli apostoli l’ostia consacrata. La bacinella dimenticata sul pavimento richiama l’episodio della lavanda dei piedi, mentre particolari apparentemente incongrui, come per esempio il pavone, possono prefigurare la resurrezione.