Art e Dossier

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Mario De Maria: mostra al Museo Ottocento di Bologna

categoria: Grandi Mostre
21 March – 30 June 2024

Mario De Maria, “Marius Pictor” (1852-1924). Ombra cara

Bologna
Museo Ottocento Bologna

Bologna celebra la pittura dell’Ottocento con un progetto diffuso che coinvolge ben quattordici sedi cittadine. Tra le iniziative più interessanti, il Museo Ottocento Bologna mette in scena, a cento anni dalla morte, una mostra antologica su Mario De Maria - il pittore simbolista noto anche come “Marius Pictor” - raccogliendo settanta dipinti, tra cui alcuni inediti e alcune opere ritrovate e restaurate per l’occasione. Per la prima volta, grazie alle ricerche della curatrice Francesca Sinigaglia, si ripercorre la carriera di un artista che fu un uomo complesso e tormentato, sodale di Gabriele D’Annunzio e ammirato da Vittore Grubicy de Dragon, padre del Simbolismo italiano (o Naturalismo spiritualista), e tra i pionieri che fondarono la Biennale di Venezia. Nel percorso espositivo è l’artista stesso a raccontarsi attraverso le lettere manoscritte inviate all’amico Grubicy de Dragon. 

Mario De Maria si formò l’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi trasferirsi a Roma, dove entrò in contatto sia con artisti del calibro internazionale, da Giulio Aristide Sartorio a Dante Gabriel Rossetti e ad Arnold Böcklin, sia con il Vate. Nel 1891 si trasferì a Venezia e fu protagonista della nascita della Mostra Internazionale d’Arte di Venezia nel 1895, entrando a far parte della prima commissione giudicatrice della Biennale e partecipando con le sue opere a varie edizioni, tra cui quella del 1907 che vide l’allestimento della celebre Sala del Sogno. A Marius Pictor si deve peraltro la costruzione della Casa dei Tre Oci nell’isola veneziana della Giudecca.

Attraversando le sette sezioni della mostra si percepiscono i rapporti con le arti figurative del Nord Europa e la progressione verso un Simbolismo dai risvolti sempre più drammatici che seguì la tragedia della morte della figlioletta, vicenda a cui si ispira l’opera Ombra cara realizzata in ricordo da Vittore Grubicy de Dragon. La mostra si conclude indagando il rapporto tra De Maria e le città di Asolo e Bologna, con la serie dedicata alla Putredine della Casa di Satanae con le narrazioni macabre della seconda metà degli anni dieci del Novecento. 

Tra gli highlight della rassegna, la grande tela con Salomè (1890 circa), recentemente ritrovata, La luna che torna sulla madre terra (1903) della Fondazione di Venezia e Lilienthal, opera l’artista stesso considerava un capolavoro e che viene per la prima volta presentata al pubblico dopo la sua acquisizione da parte del Museo Ottocento Bologna.

Marta Santacatterina