Venezia ricorda i 700 anni dalla morte di Marco Polo
I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento
Settecento anni fa si spegneva nella sua Venezia uno dei più illustri viaggiatori della storia, Marco Polo (1254-1324). Illustre non tanto per aver raggiunto, in pieno Medioevo, l’Estremo Oriente, ma soprattutto per aver raccontato la sua straordinaria avventura in un’opera che ancora oggi stupisce e affascina, Il Milione. Grazie a più di trecento opere provenienti dalle collezioni civiche veneziane, da importanti istituzioni italiane ed europee, nonché dai musei di Armenia, Cina e Qatar, negli Appartamenti del Doge di Palazzo Ducale a Venezia è allestito un progetto espositivo che suggerisce un itinerario ideale attraverso i tanti “mondi” esplorati da Marco Polo, anche grazie alle carte geografiche dipinte sulle pareti della Sala dello Scudo e che riproducono le regioni lontane raggiunte nel corso dei secoli dai veneziani e dalla stessa famiglia Polo. L’obiettivo della mostra è raccontare la geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento, nonché gli usi e i costumi che circolavano nella Venezia tra il XIII e il XIV secolo. Senza dimenticare che le “vie della seta” percorse da Marco Polo non hanno ancora perso la loro importanza e attualità.
Marco Polo non fu l’unico a raggiungere quei paesi lontanissimi: altri, prima e dopo di lui, intrapresero con successo il viaggio verso Oriente, tuttavia il veneziano divenne testimonial indiscusso della vocazione mercantile e internazionale della Serenissima: tanto che non è azzardato affermare che la fama e la gloria della città fu costruita e divulgata anche grazie a questo suo avventuroso figlio. Il quale, non a caso, portava il nome del santo evangelista patrono di Venezia e le cui reliquie provenivano proprio dall’Oriente.
La mostra si apre con una narrazione sulla Repubblica marinara della prima metà del Trecento e sul ruolo rivestito dal viaggio nella sua strategia commerciale. Ne è prova lo sviluppo della disciplina della cartografia, profondamente influenzata dai racconti e dagli itinerari dei mercanti. All’epoca di Marco Polo l’Asia si trovava sostanzialmente sotto il controllo di varie dinastie Mongole, che erano riuscite a instaurare una condizione di “pax mongolica”, presupposto indispensabile affinché si potesse viaggiare in modo sicuro. Polo e i suoi compagni si trovarono quindi ad attraversare regni e potentati politici e militari organizzati in modi diversi, e a incontrare contesti culturali, artistici e religiosi lontanissimi da quelli conosciuti. La mostra espone quindi oggetti preziosi e ricchi di fascino: dalle ceramiche alle porcellane (Marco Polo fu il primo a valorizzare qualità dei manufatti e a usare il termine “porcellana”), ai tessuti e tappeti, ai lavori in metallo, ai manoscritti e tanto altro. Un corpus di opere che contribuisce a dar conto della diversità dei popoli descritti con sensibilità da Marco Polo, anche nelle loro diverse fedi religiose. Una sezione si focalizza infine sulla straordinaria diffusione multilingue del Milione e sul “mito” del protagonista fra Ottocento e Novecento.
Marta Santacatterina