Art e Dossier

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Art History: Ricerca iconografica

Ambrogio

Sant’Ambrogio (340 circa-397), originario di Treviri, fu vescovo e patrono di Milano. La radice etimologica del suo nome deriva dall’ambrosia, il mitico cibo degli angeli, che allude all’importanza di nutrire lo spirito oltre che il corpo. Dottore della Chiesa, Ambrogio fu uomo di immensa dottrina e apportò un fondamentale contributo alla teologia dei primi secoli del cristianesimo. Vissuto in un periodo di aspre dispute, fu uno dei più importanti oppositori della dottrina eretica dell’arianesimo che combatté con le armi affilate della retorica e dell’eloquenza. Quale attributo della sua sapienza lo accompagna spesso uno sciame di api che, secondo una leggenda, ne avrebbero prefigurato le eccezionali doti di retore e uomo di pensiero, posandosi sulle sue labbra quando era ancora in fasce. Un altro famoso episodio della sua agiografia è quello dell’imperatore Teodosio che si inchina di fronte all’autorità morale e religiosa del santo, in segno di pubblico pentimento per la strage di Tessalonica. Ambrogio può essere anche ritratto nell’atto di battezzare sant’Agostino, di cui fu maestro e guida spirituale. A volte al suo fianco compare san Martino vescovo di Tours, la cui morte il santo previde in sogno. Quando Ambrogio morì venne seppellito nella chiesa milanese a lui dedicata, accanto ai santi martiri Gervasio e Protasio di cui lui stesso aveva rinvenuto le reliquie. Anziano, barbuto e fornito di mitria, piviale e bastone pastorale, la sua iconografia non si discosta da quella di altri santi vescovi, così come dei dottori della Chiesa, con il libro e la colomba dello Spirito Santo. Il suo unico attributo specifico, oltre alle api, è un flagello a tre code che simboleggia il dogma della Trinità messo in dubbio dalla dottrina di Ario.