Art e Dossier

Alla scoperta del teatro Farnese

categoria: Eventi
30 dicembre 2016
Parma
Teatro Farnese

È difficile immaginare uno spazio teatrale più coinvolgente di quello del Teatro Farnese a Parma. Questo spettacolo delle meraviglie si raggiunge dopo aver salito lo scalone imperiale (1573) del palazzo della Pilotta. Da qui si giunge ai piani superiori del grandioso edificio progettato dai Farnese: un inno al non-finito, con prospettive irregolari e la duplice funzione  di palazzo di servizi (scuderie, magazzini, rimessa di carrozze, ghiacciaia, abitazioni per il personale, guardaroba ducale) e  spazio ludico: si chiama della Pilotta perché destinato alla Pelota, antesignana del tennis, e pure a giostre, tornei, scherma. Lo scalone (quattrocentocinquanta metri quadrati su un asse di trentatre metri) porta al primo piano, sede del museo Archeologico Nazionale, e da qui al secondo, dove l’atrio è dominato da uno spettacolare portone che conduceva alla sala d’armi del duca Ottavio Farnese. Nel 1617 Ranuccio Farnese fece trasformare l’enorme spazio della sala d’armi in un teatro ligneo, ideato dall’architetto e ingegnere idraulico Giovan Battista Aleotti detto l’Argenta.  La platea del teatro Farnese poteva essere inondata per le battaglie navali, come avvenne nel 1628, quando dalle gradinate gli spettatori del Mercurio e Marte musicato da Monteverdi videro ottocento metri quadrati di platea riempiti in pochi minuti con ottocento metri cubi d’acqua lanciata dalle bocche del proscenio. Pochi furono comunque gli spettacoli che si svolsero nel corso dei secoli fino a quando, nel 1944, un grappolo di bombe distrusse il teatro, ricostruito fra 1956 e 1965 usando in parte legni, stucchi, decorazioni sopravvissuti, mantenendo le proporzioni attuali. Dal 1986 il teatro dà anche accesso alla Galleria Nazionale. Così, dall’immenso spazio della platea, dopo aver girato lo sguardo sulle gradinate a U della cavea, sulle decorazioni del doppio registro di logge, sul palcoscenico, possiamo visitare un grande museo che vanta, fra le altre cose, la luminosa Scapigliata di Leonardo da Vinci, la Schiava turca di Parmigianino e la Madonna della scodella di Correggio.

Gloria Fossi