Baccio Bandinelli. Scultore e maestro (1493-1560)
Fino al 13 luglio nelle nuove sale del museo del Bargello si svolge la prima monografica dedicata a Baccio Bandinelli, una delle figure di maggior rilievo nella scultura fiorentina del Cinquecento. Baccio Bandinelli. Scultore e maestro (1493-1560) – così si intitola l’esposizione a cura di Detlef Heikamp e Beatrice Paolozzi Strozzi – che riunisce opere di scultura e pittura, disegni e stampe, bronzetti, medaglie e un raro modello in cera da Montpellier, si propone come una rilettura dell’opera bandinelliana restituendole quella posizione di merito nella scultura italiana della Maniera e riscattandola da quell’ostracismo cui è stata condannata dalla critica degli ultimi due secoli fino a oggi. La grandezza di Bandinelli, infatti, era stata riconosciuta da Vasari, tra i primi: «Artista di fama eterna», ma anche «terribile di lingua e d’ingenio» che lascia sottintendere una storia di “amore e odio” tra i due artisti. L’ammirazione per Bandinelli cresce per tutta l’età barocca fino all’Ottocento quando, sulla scia di Burckhardt, Berenson, Pope-Hennessy e di molti altri studiosi, una serie di giudizi negativi decreta il declino della sua fortuna critica. Tra le opere in mostra, oltre ai capolavori come il Bacco di palazzo Pitti e le opere presenti al Bargello, o i rilievi marmorei del coro del duomo di Firenze, si segnala la Leda e il cigno, unico dipinto di Bandinelli sicuramente autografo, in prestito da Parigi e finora mai presentato in una mostra.