Cagnacci in mostra a Londra
Cagnacci's Repentant Magdalene
È la Maddalena penitente più raffinata, sensuale e innovativa del Seicento. La dipinse, attorno al 1660, Guido Cagnacci, romagnolo. L’eccentrico artista ha un ruolo particolare nel panorama pittorico dell’epoca, anche se influenzato dal classicismo di Guido Reni e dal naturalismo di Caravaggio. Di fronte alle sue sensuali Cleopatre, alle raffinate, poco pentite Maddalene, si rimane affascinati: per le composizioni, le pose inedite, le eleganze dei dettagli. Di tutto questo è un concentrato la Maddalena che dal Norton Simon Museum di Pasadena è giunta il 15 febbraio alla Room 1 della National Gallery di Londra (vi resterà fino al 21 maggio 2017, con un libro-catalogo curato dal bravo Xavier F. Salomon della Frick Collection di New York, dove il dipinto è stato esposto l’inverno scorso). La grandiosa tela (229,2 x 266,1 cm) raffigura la conversione di Maria Maddalena. Maddalena è distesa in terra, vestita solo di un velo, e guarda la sorella Marta che l’ammonisce per riportarla alla virtù, mentre sul retro un angelo in posa caravaggesca insegue il Vizio, e a destra, verso il balcone, stupendo esercizio luministico, due ancelle rappresentano in contrappasso contrizione della virtù e peccato. Maddalena, figura moderna come una modella dei nostri giorni, è circondata da gioielli sparsi sul pavimento, dove giacciono anche le babbucce e il vestito di seta cangiante. Cagnacci è ancora poco noto in Italia (anche se due mostre furono tenute a Rimini nel 1993 e a Forlì nel 2008). Era nato a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1601. Ebbe una vita avventurosa, fra Rimini (dove si innamorò di una giovane e ricca vedova a lui “proibita”), Bologna, Roma (dove si dice avesse dimorato dal pittore Guercino), Venezia (dove pare avesse come modella e amante una ragazza che si vestiva da uomo) e poi Vienna, dove morì nel 1663. È qui, per l’imperatore Leopoldo I, che dipinse la Maddalena di Pasadena. Nonostante le dimensioni, la tela ebbe vicende movimentate: nel 1665 in possesso di Carlo II duca di Mantova, nel 1707 fu portata a Venezia da Ferdinando Carlo Gonzaga. Da lì a Padova, poi di nuovo a Venezia, dove fu venduta nel 1711 a Christian Cole, che la portò in Inghilterra. Dopo vari passaggi (anche una misteriosa vendita a un’asta pubblicizzata ma mai avvenuta), la tela fu venduta da Lady Anne Bentinck a un’asta di Christie’s nel 1981 e nel 1982 giunse alla Norton Simon Art Foundation. Chi è a Londra, o vi programma un viaggio in questi mesi, si soffermi dunque nella Sala 1 del prestigioso Museo di Trafalgar Square (ingresso gratuito).
Gloria Fossi