Da una collezione privata al museo: l’arte della prima metà del Novecento va in mostra a Salò
Dallo splendore alle incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata
Oltre cinquanta opere firmate da alcuni protagonisti del panorama artistico del primo Novecento sono il cuore pulsante della mostra Dallo splendore alle incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata, allestita fino all’8 settembre 2024 al MuSa di Salò. Curata da Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, la rassegna dà il via a un ampio progetto di valorizzazione delle raccolte private del territorio bresciano, avvicinando il grande pubblico a un patrimonio altrimenti inaccessibile.
Come evidenziato dal titolo, la mostra si muove fra due poli non soltanto dal punto di vista temporale, ma anche storico e sociale. Se il racconto espositivo trova la sua origine nello “splendore” della Belle Époque, l’epilogo affonda le radici nel dramma bellico e soprattutto nelle conseguenze che ne derivarono all’indomani degli scontri mondiali.
Seguendo un criterio cronologico e tematico, la mostra di Salò include le opere di Angelo Landi, Cesare Monti, Emilio Rizzi, Anselmo Bucci e ‒ guardando all’ambito austriaco ‒ quelle di Josef Dobrowsky e Koloman Moser, quest’ultimo tra i fondatori, insieme a Gustav Klimt, della Secessione viennese. La parabola futurista echeggia nella poetica di Ardengo Soffici, Leonardo Dudreville e Gerardo Dottori, mentre le logiche del cosiddetto Ritorno all’ordine fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso trovano riscontro nei soggetti e nello stile di Mario Sironi, Pietro Marussig e Ubaldo Oppi. L’avvento del fascismo influenza l’operato sia degli artisti invisi al regime sia dei suoi fiancheggiatori, lasciando un segno indelebile sugli esiti creativi di uno dei periodi più cupi della storia recente. Arricchiscono il racconto espositivo aneddoti e curiosità relativi agli autori e ai loro soggetti venuti alla luce durante gli studi condotti in occasione della mostra, facendo dunque coesistere vicende collettive e personali.
Dal 18 settembre al 4 novembre 2024, inoltre, i riflettori saranno puntati su tre grandi interventi di Francis Bacon provenienti dalla medesima raccolta che custodisce i lavori presentati nella collettiva. La mostra Capture Room “catturerà” lo sguardo dei visitatori, invitati a cogliere la gamma di inquietudini che caratterizza le opere di Bacon attraverso le parole dello stesso artista, preziosa chiave di lettura per varcare le soglie del suo immaginario.
Arianna Testino