Dopo più di cinquecento anni Albrecht Dürer torna a Trento
Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all’Adige
Tra il 1494 e il 1495 il celebre pittore e incisore Albrecht Dürer lasciò la natale Norimberga per intraprendere un viaggio che lo portò oltre i confini del suo paese, fino a raggiungere l’Italia e, soggiornando in particolare a Trento e in altre vallate tra le Dolomiti. Di quel viaggio si sono conservati alcuni acquerelli che ritraggono paesaggi e architetture inconfondibili, e proprio attorno a una di quelle carte che raffigura il Castello del Buonconsiglio (prestata dal British Museum di Londra) e alla presenza le norimberghese nel principato vescovile il team curatoriale – composto da Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi – ha costruito il progetto di mostra. L’obiettivo dell’esposizione e del poderoso catalogo è far comprendere quanto il territorio di confine tra Nord e Sud, tra domini italiani e impero asburgico, fossero permeabili, e come le contaminazioni tra stili, temi, percorsi, rappresentassero una caratteristica preziosa per lo scenario culturale dell’epoca.
Le sezioni della mostra ricostruiscono quindi il contesto storico e politico locale che Dürer trovò una volta valicate le Alpi, le relazioni tra il principato di Trento e l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, per poi individuare nelle opere del protagonista le caratteristiche del paesaggio che aveva potuto osservare e disegnare tra le montagne “in riva all’Adige”, e il ricorso di questi dati figurativi all’interno di ulteriori lavori. Infine “gli altri” evocati dal titolo: artisti di cultura italiana e di lingua tedesca che operavano alla fine del Quattrocento e che dialogavano tra loro, contaminando i loro modelli d’origine in un continuo adattamento al linguaggio che già stava accogliendo tratti rinascimentali.
E non si pensi che il nome di Dürer sia solo uno “specchietto per le allodole”: il corpus raccolto in mostra di opere autentiche all’artista, più qualcuna attribuita, è ricco. Oltre all’acquerello già citato, si possono ammirare alcuni dipinti (un Ritratto di giovane proveniente da Genova, la meravigliosa Adorazione dei magi degli Uffizi e il Cristo tra i dottori dal Museo Thyssen-Bornemisza, cui si aggiunge la copia, di ottima qualità, dell’Autoritratto dell’artista il cui originale è al Museo del Prado di Madrid). E poi tanti disegni, numerosi acquerelli da cui si percepisce l’inedita sensibilità di Dürer nei confronti dell’ambiente, della luce, dei dettagli botanici, e una ricca selezione di incisioni, dall’Ercole al bivio alla Nemesi, dalla Visione di Sant’Eustachio a Sant’Antonio che legge. Tutti capolavori che hanno lasciato un segno nell’immaginario degli artisti tedeschi nonché italiani.
Una mostra raffinata, complessa e fondata su rigorose ricerche, perfetta per festeggiare anche i cent’anni della nascita di quel museo che dal 1924 tutti possono visitare all’interno del castello degli antichi principi-vescovi di Trento.