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Fabrizio Plessi a Parigi da Tornabuoni Art

categoria: Mostre
26 giugno – 26 settembre 2025

Fabrizio Plessi. Une Histoire d’Eau

Parigi, Francia
Tornabuoni Art

Nella sede di Tornabuoni Art a Parigi, al 16 di avenue Matignon – una strada che è diventata il vero hub dell’arte a Parigi, dove si trovano le principali gallerie e case d’asta –, è in corso fino al 26 settembre una personale di Fabrizio Plessi intitolata Une Histoire d’Eau, con dieci opere degli ultimi vent’anni, a cura di Ilaria Bignotti e con l’organizzazione di Elizabeth de Bertier, responsabile della programmazione di Tornabuoni Art. 

Il titolo è stato ripreso da quello di un cortometraggio di François Truffaut, costruito insieme a Jean-Louis Godard con il materiale girato durante l’inondazione di Parigi nel 1958, nel quale viene ambientata una storia d’amore. È “una storia d’acqua”, ma a pronunciarlo rievoca anche il celebre romanzo erotico Histoire d’O.

Il tema dell’acqua attraversa da sempre il percorso artistico di Plessi, nato a Reggio Emilia nel 1940 ma veneziano d’adozione. Dagli esordi performativi della fine degli anni Sessanta, e dopo un breve contatto con l’Arte Povera, di cui supera i presupposti, Plessi dagli anni Ottanta ha sviluppato un linguaggio personale basato essenzialmente su videoinstallazioni anche ambientali, in cui spesso sono incorporate strutture tridimensionali, fondate su un’importante fase preparatoria di disegno in studio sviluppata poi con la tecnologia. 

«Quest’acqua avvolge tutto con i suoi riflessi, si espande sui disegni, ne sfuma i contorni e, con le sue riverberazioni, altera i tratti a matita come un elastico instabile e ondulante. Questo scintillio luminoso, che penetra dalle finestre, rende il disegno più fluido, instabile, mobile, evanescente, impalpabile. Potrei dire che la matita fluttua sul foglio a mia insaputa», spiega Plessi.

Sugli schermi delle grandi installazioni video esposte da Tornabuoni Art gli elementi naturali– l’acqua, il fuoco, il fulmine – scorrono e si rigenerano senza fine, a simboleggiare, come un ouroboros, il ciclo della vita. Al centro, nella prima sala, si impone Splash (2019), quattro schermi video sui quali si increspa l’immagine di un’acqua rossa come il sangue, in continuo movimento per la caduta di sassi che ne frantumano la superficie. Oltre alle immagini, i suoni della natura accompagnano il visitatore: nella sala al piano inferiore, al fluire dell’acqua fanno da contrappunto il crepitio del fuoco (Lava, 2022) e il rombo del tuono che accompagna il lampo. 

Il numero di opere contenuto, la forma minimale del video, la teatralità dell’illuminazione, curata dall’artista stesso, consolidano la coerenza del progetto espositivo. I video sono volutamente non in alta definizione, per rievocare l’atmosfera delle azioni filmate degli anni Settanta (come il “taglio” del lago Stichter, o “inchiodare” la Senna), presentate nel 1982, insieme alla sua opera video completa, in un’importante retrospettiva al Centre Pompidou. Nel corso della sua carriera Fabrizio Plessi ha esposto le sue installazioni monumentali nei maggiori musei del mondo e nelle più importanti manifestazioni internazionali; con Histoire d’Eau torna a Parigi con una mostra che rinsalda il legame tra passato e futuro.

Ilaria Ferraris