Fondantico a Bologna celebra i suoi pittori ottocenteschi e del secolo scorso
800 e 900 bolognese. Da Antonio Basoli a Ugo Guidi
Fino all’8 giugno 2025, gli appassionati di arte bolognese avranno la possibilità di ammirare le circa centoventi opereriunite dalla consueta mostra annuale che la galleria Fondantico di Tiziana Sassoli dedica ai pittori locali dell’Ottocento e Novecento. Curata da Edoardo Battistini, 800 e 900 bolognese. Da Antonio Basoli a Ugo Guidi delinea un itinerario temporale attraverso la produzione di artisti che hanno saputo interpretare le istanze creative della loro epoca, lasciando un segno del proprio passaggio. Se l’acquerello ultimato nel 1830 dal vedutista Antonio Basoli descrive un’officina da fabbro presso la Chiesa di San Bartolomeo, il verismo di Luigi Busi evoca le sembianze di una giovane monaca in meditazione nel dipinto del 1860. Due lavori riscoperti e di grandi dimensioni portano nuovamente alla ribalta il naturalismo di Luigi Bertelli e la sua abilità nel rappresentare, in questo caso, le Cave di Montedonato, luogo di estrazione della selenite usata da sempre per la costruzione degli edifici bolognesi.
Spazio anche al simbolismo di matrice dannunziana di Mario De Maria, autore della Salomè datata 1884, mentre l’orientalismo trova ne Il bottino dei pirati e in Tradizioni bolognesi dei fratelli Fabbi una sintesi efficace. Non mancano i ritratti e le caricature – come il ritratto a mezzo busto di una dama circondata da una pianta di glicine firmato da Alfonso Savini e la caricatura di Giorgio Pini, fondatore de Il resto del Carlino, realizzata da Augusto Majani detto Nasica. Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Garzia Fioresi e Guglielmo Pizzirani traducono nei loro interventi le atmosfere del secessionismo, traghettando lo sguardo verso le vedute urbane di Farpi Vignoli, il chiarismo di Carlo Crispini e la pittura di Ugo Guidi, testimone del gusto della borghesia cittadina dal Dopoguerra in avanti.
Arianna Testino