Fondazione Bonollo: tra valorizzazione e condivisione
Lessico famigliare / Vegetal Devotion
Per accedere agli spazi della Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea si varca un pesante portone in legno scolpito e ci si ritrova all’interno di quella che, dal 1720 e fino alla soppressione napoleonica, era la chiesetta della Concezione di Maria Vergine, dove le suore Dimesse assistevano alla messa. Oggi davanti all’altare si erge un monumentale dipinto di Isabella Ducrot che è l’incipit una delle due mostre inaugurali della nuova istituzione sorta a Thiene, in provincia di Vicenza. La mission dei due fondatori e collezionisti è duplice: da un lato valorizzare artisti giovani e/o emergenti, dall’altro mettere a disposizione del pubblico la propria collezione privata di arte contemporanea e che ormai conta più di 600 pezzi. Negli ambienti che gli stessi coniugi Bonollo hanno contribuito a far restaurare e che il Comune ha concesso loro in concessione, si possono allora visitare due esposizioni.
Il primo focus è appunto su Isabella Ducrot, napoletana classe 1931 e che, nonostante l’età, viene considerata artista emergente poiché il suo affacciarsi sul mercato dell’arte risale a pochi anni fa. Curata da Marta Papini, la mostra si intitola Vegetal Devotion poiché al centro del lavoro di Ducrot ci sono le piante, che lei intende celebrare la loro bellezza e semplicità. I materiali con cui l’artista realizza le sue opere provengono perlopù dall’India e si tratta di ritagli di carta, tessuti dai colori accesi, fili di lana e ricami: e se le forme sembrano elementari, le riflessioni su cui si basano le opere sono invece profonde e consentono l’innesto della scrittura – e quindi della comunicazione tra le persone – sulla componente visiva.
La seconda mostra - Lessico famigliare, a cura di Chiara Nuzzi – offre invece un assaggio della collezione Bonollo. I lavori di dieci artisti contemporanei di provenienze e generazioni differenti sono stati scelti per evocare il celebre romanzo autobiografico di Natalia Ginzburg (1963), ponendo l’attenzione sulla grammatica visiva ed emotiva ispirata al concetto di famiglia e riflettendo di conseguenza sui temi della memoria e dell’identità. Partecipano al progetto: Paweł Althamer (Varsavia, 1967), Ed Atkins (Regno Unito, 1982), Neïl Beloufa (Parigi, 1985), Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983), Claire Fontaine (collettivo fondato a Parigi, 2004), Louisa Gagliardi (Zurigo, 1989), Tracey Moffatt (Brisbane, 1983), Frida Orupabo (Sarpsborg, 1986), Cally Spooner (Regno Unito, 1983) e Cathy Wilkes (Belfast, 1966).
“Siamo davvero felici di aprire le porte della nostra collezione al mondo e di farlo nel cuore della nostra città, Thiene – hanno dichiarato Sandra e Giancarlo Bonollo –. Con la nascita della Fondazione desideriamo condividere non solo l’opportunità di valorizzare un luogo unico, testimonianza preziosa del nostro passato che ha a lungo atteso di essere riaperto, ma anche creare uno spazio vibrante e dinamico, dove celebrare la bellezza e l’innovazione della creatività contemporanea assieme a tutti coloro che vorranno lasciarsi coinvolgere dal nostro invito”.
Marta Santacatterina