Art e Dossier

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Guercino e i pittori emiliani giungono a Torino

categoria: Mostre
23 marzo – 28 luglio 2024

Guercino. Il mestiere del pittore

Il punto di partenza è un nucleo di dipinti e disegni di mano di Guercino facenti parte delle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale di Torino. Insieme ad altre opere emiliane, quei pezzi cominciarono ad arrivare nella città piemontese in tempi precoci: già prima del 1631 Il ritorno del figliol prodigo giunse a Torino, donato dall’arcivescovo di Bologna Alessandro Ludovisi. Da allora ulteriori dipinti di Giovanni Francesco Barbieri (il Guercino, appunto) e di artisti che lavoravano a Bologna e zone limitrofe andarono ad arricchire le raccolte dei Savoia. Non stupisca quindi l’apertura a Torino, nelle sale Chiablese dei Musei Reali, di una mostra dedicata al pittore di Cento (Ferrara), la cui voce non solo è funzionale a narrare la sua carriera, ma anche più in generale il mestiere dell’artista nel Seicento, quindi l’organizzazione della bottega, i rapporti con gli allievi e i colleghi, le relazioni con i committenti, la rete degli intermediari, i legami con le città e con i territori. Una mostra – curata da Annamaria Bava Gelsomina Spione – che volutamente non è monografica, poiché accosta alle opere di Guercino quelle a cui l’artista guardò durante la sua formazione; quelle del fratello Paolo Antonio con il quale condivideva la bottega e che si era specializzato nelle nature morte; quelle dei suoi acerrimi rivali, in primis Guido Reni.

Durante il percorso i visitatori assistono inoltre a due colpi di scena. Per la prima volta dopo tanto tempo vengono infatti riunite le tele del cosiddetto “ciclo Ludovisi”, realizzate tra il 1616 e il 1618 per il prelato bolognese: il gruppo comprende il già citato Il ritorno del figliol prodigo, a cui si affiancano due dipinti provenienti da Madrid e uno da Firenze. L’altra operazione speciale ha visto protagonista la pala della Madonna del Rosario conservata nella chiesa di San Domenico di Torino: per prelevarla dalla sua sede si sono dovuti mettere in campo ingenti sforzi che hanno incluso anche un intervento conservativo effettuato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Tra le tante sezioni è molto suggestiva quella dedicata al tema delle sibille e delle femmes fortes, con cui si conclude la mostra.

Marta Santacatterina