Art e Dossier

I capolavori grafici di Gustav Klimt in mostra a Salò

categoria: Mostre
22 marzo – 25 maggio 2025

KLIMT. Grafica d’arte

Salò
MuSa Museo di Salò

Nel 1903, durante un viaggio a tappe in diverse città italiane, Gustav Klimt vide per la prima il Lago di Garda. Rapito dalla bellezza del luogo, dieci anni dopo l’artista austriaco vi fece ritorno per un lungo soggiorno estivo. La mostra KLIMT. Grafica d’arte, allestita presso il MuSa Museo di Salò e curata da Federica Bolpagni ed Elena Ledda in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna, rafforza dunque un legame centenario, offrendo ai visitatori la possibilità di ammirare gli interventi grafici del padre della Secessione viennese.

Oltre settanta opere – fra cui eliografie, collotipi, litografie, disegni e alcune edizioni della rivista Ver Sacrum, fondata da Klimt insieme ad Alfred Roller, Josef Hoffmann, Koloman Moser e Friedrich König e divenuta la pubblicazione ufficiale della Secessione viennese ‒ arricchiscono un percorso cronologico che mette in risalto i fulcri tematici della produzione di Klimt. A spiccare sono l’eliografia La Speranza (1907-1908), la litografia Amore (1896-1900), il disegno originale Donna con violoncello (1906-1907), ma soprattutto i sessanta collotipi custoditi all’interno di tre cartelle d’epoca, preziose testimonianze di come apparivano dipinti ormai perduti, dei soggetti cari all’artista e dell’identità dei committenti. 

Ciascuna cartella rappresenta uno strumento essenziale per approfondire la conoscenza delle tecniche usate da Klimt e del destino che le sue opere conobbero nei decenni successivi. La cartella intitolata L’opera di Gustav Klimt (Das Werk von Gustav Klimt), curata dal libraio e gallerista Hugo Heller nel 1918, ebbe una tiratura di trecento copie in tre edizioni diverse, ognuna delle quali racchiude cinquanta collotipi in bianco e nero e a colori. Fu lo stesso Klimt a selezionare le opere poco prima della morte e a disegnare i simboli stampati in giallo-oro su ogni riproduzione. Nel 1919, la casa editrice Gilhofer & Ranschburg curò invece la cartella Gustav Klimt, Venticinque disegni (Gustav Klimt. Funfundzwansig handseichnungen), tirata in cinquecento copie: tutti i disegni riportano a stampa la firma di Gustav Klimt o Gustav Klimt Nachlass e provengono dalla collezione dell’industriale austriaco di famiglia ebrea August Lederer. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, Lederer subì la confisca di numerosi dipinti e disegni realizzati da Klimt, poi depositati nel castello di Immendorf e andati distrutti in un incendio durante gli ultimi giorni di guerra. 

Lo storico dell’arte Max Eisler, editore fondatore, con Klimt, del Werkbund austriaco (Lega degli Artigiani) e autore, nel 1920, della prima monografia sull’artista, curò e pubblicò, nel 1931, la cartella Una retrospettiva (Eine Nachlese), contenente trenta collotipi su carta fatta a mano, stampata in cinquecento copie e in due edizioni. Tra le opere c’è anche il collotipo a colori raffigurante Malcesine sul Garda, il cui dipinto scomparve senza lasciare traccia dopo il 1945.

I lavori presenti nelle tre cartelle evidenziano ancora una volta la maestria tecnica di Klimt, capace di padroneggiare un processo di riproduzione grafica complesso come quello del collotipo, ideato dall’ingegnere e chimico Alphonse Poitevin nel 1855. A partire dal negativo fotografico dell’opera da riprodurre, è possibile ottenere una stampa su carta di altissima qualità e in tiratura ridotta, che traduce in maniera fedele i contrasti di colore e i toni originali.

Arianna Testino