I colori della seduzione
Castello di Udine - Galleria di arte antica
via Lionello 1, 0432- 414717
Orario 10.30-17 chiuso L
Quando Giambattista Tiepolo nasce a Venezia nel 1696 (morirà a Madrid nel 1770) Paolo Veronese è morto da più di un secolo (1588). Eppure è proprio lui che andrà a ripescare come modello – nel vasto mare della tradizione pittorica veneta – per la propria arte, riannodando così il filo di una decorazione e una pittura luminose, chiave del suo successo a livello europeo. A Udine – dove Tiepolo lavora al duomo e al palazzo del Patriarcato verso il 1725 – la Galleria d’arte antica ha allestito una mostra che affronta proprio il tema del rapporto tra il pittore settecentesco e il suo modello. Al centro dell’esposizione, curata da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan, è il ricongiungimento di due tele del Tiepolo un tempo unite: un Mosè salvato dalle acque e un Alabardiere in realtà parti di uno stesso, unico Mosè salvato dalle acque (1740 circa) tagliato in due nell’Ottocento e mai finora ricomposto. Il primo pezzo viene dalla Scottish National Gallery di Edimburgo, il secondo dalla collezione Agnelli di Torino. Una copia coeva che mostra l’integrità della scena, forse di Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista, è in prestito dalla Staatsgalerie di Stoccarda. Al Mosè di Giambattista è utilmente accostato un Mosè salvato dalle acque (1548-1588) di Paolo Veronese custodito nel Musée des Beaux-Arts di Digione. Le quattro sezioni della mostra, però, allargano il confronto anche ad altri temi iconografici: il ratto di Europa, i banchetti e l’Adorazione dei magi, utilizzando dipinti, disegni e bozzetti. Catalogo Edizione civici musei di Udine.