Il collettivo Claire Fontaine in dialogo con la collezione di Palazzo Maffei a Verona
Appena presentata una nuova installazione firmata dal collettivo artistico internazionale Claire Fontaine destinata a entrare nella raccolta di Palazzo Maffei a Verona. L’opera site specific innescherà un dialogo di grande impatto visivo con la poderosa Bagnante di Alessandro Puttinati, scultura ottocentesca che accoglie il pubblico nell’atrio della Casa Museo veronese.
Palazzo Maffei rinsalda dunque il legame con il contemporaneo, schiudendo le porte della sua collezione a un intervento di assoluta attualità. Dopo Arcangelo Sassolino, Daan Roosegaarde, Chiara Dynys, Maurizio Nannucci, Leandro Erlich, Giuseppe Gallo e Nunzio, tocca a Claire Fontaine – la cui opera ha ispirato il titolo della prossima Biennale Arte curata da Adriano Pedrosa ‒ interagire con l’antico facendo leva sui temi del presente.
A orientare la poetica del collettivo, fondato nel 2004 a Parigi da James Thornhill e Fulvia Carnevale, è da sempre il desiderio di mettere in discussione i luoghi comuni e di denunciarne le ricadute sul piano sociale. Combinando fotografia, scultura, parole al neon e pittura, Claire Fontaine invita ad adottare punti di vista diversi e a superare il limite dello stereotipo.
Nel solco dell’impegno femminista che guida le sue azioni, il collettivo porterà a Verona una riflessione sull’idea di bellezza e sulla strumentalizzazione dell’estetica femminile, ponendo la Bagnante di Puttinati al centro di un discorso nel quale passato e presente coesistono. “Il corpo delle donne ‒ oggi campo di battaglia politica – raffigurato dalla Bagnante, che incurante degli sguardi altrui scopre la sua nudità, acquisisce un senso critico e viene messo in prospettiva, in quanto creazione del ‘male gaze’, dello sguardo maschile che oggettifica gli esseri che desidera”, spiega il collettivo.
Voluta da Gabriella Belli, già ideatrice del progetto scientifico e del percorso espositivo di Palazzo Maffei, l’opera di Claire Fontaine aggiunge un prezioso tassello alla ricchissima Collezione Carlon, avviata da oltre cinquant’anni e composta di opere che spaziano dall’antichità all’epoca recente, includendo una serie di capolavori del Novecento italiano e internazionale. La raccolta dell’imprenditore Luigi Carlon, custodita nell’edificio secentesco riaperto nel 2020 dopo un minuzioso restauro e affacciato su piazza delle Erbe, rafforza così il suo legame con il tempo dell’oggi accogliendo interventi che rispecchiano i movimenti e le istanze della contemporaneità.
Arianna Testino